Il Blue Monday dei New Order, un brano nato dalla delusione per un pubblico che non chiedeva il bis

La band, nata dalle ceneri dei Joy Division, volle specificare che la canzone non parlava del dolore per la morte di Ian Curtis


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Il giorno più triste del 2019, secondo la lezione del professor Cliff Arnall dell’Università di Cardiff, ricorre il 21 gennaio e i musicofili di tutta la sfera riscoprono Blue Monday dei New Order, il brano del 1983 che segnò un netto cambio di rotta della band che nasceva dalle ceneri dei Joy Division. L’album “Power, Corruption & Lies”, infatti, si distaccava dal precedente “Movement”, ancora influenzato dalla corrente new wave esplosa alla fine degli anni ‘70.

I Joy Division, nell’olimpo del post punk, avevano fatto un patto: se qualcuno avesse lasciato la band i restanti avrebbero dovuto cambiare nome, e così fu dopo la tragica morte di Ian Curtis. Secondo il pubblico e la critica, in un primo momento, Blue Monday dei New Order descriveva lo stato di down emozionale giunto inevitabilmente dopo la scomparsa del frontman, ma la stessa band dovette smentire: il brano nasceva dalla forte delusione verso il pubblico che nei loro concerti non chiedeva mai un bis.

Peter Hook, bassista della band, durante un’intervista rilasciata al Guardian dichiarò: «Non si tratta di Ian Curtis, volevamo che fosse vago. Stavo leggendo di Fats Domino. Aveva una canzone intitolata Blue Monday ed era un lunedì, eravamo tutti infelici quindi ho pensato, “Oh, è abbastanza azzeccato”».

La canzone, inizialmente, non nacque come un vero e proprio brano: una versione embrionale era stata concepita come interludio musicale durante i live per riempire l’attesa dopo la quale la band sarebbe tornata sul palco. In seguito, tra un apporto e una correzione, la canzone venne completata in tutti i 7 minuti e 30. La sua struttura, costruita interamente su una drum machine, un sequencer e un basso moog, ha reso il brano un monumento determinante per la scena elettronica degli anni ‘80, grazie anche al cantato di Bernard Sumner che esegue il pezzo scegliendo uno stile piatto, quasi robotico, in una delle più esemplari espressioni dance-pop.

Grazie alle sue singolarità e al suo testo lasciato alla libera interpretazione – secondo alcuni parla di una relazione conflittuale, altri invece sostengono che affronti il problema della tossicodipendenza – Blue Monday dei New Order è il singolo a dodici pollici più venduto di sempre, un brano che rende felice e spensierato il lunedì più triste dell’anno a colpi di elettronica.