Needle – Luca Carboni, “Una grande festa” e “Io non voglio” live . Guarda il video!

Perché il vinile è tornato per restare, parola di Red Ronnie!


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Luca Carboni mi ha portato al Barone Rosso lunedì 14 gennaio l’album “Sputnik”, in vinile viola. Presente con noi all’ascolto del disco anche l’attore Gianmarco Tognazzi, grande fan di Luca.

Il futuristico giradischi Mag-Lev col piatto a sospensione magnetica, che sembra un disco volante, era perfetto per suonare un album che si chiama come il primo satellite russo Sputnik, lanciato il 4 ottobre 1957. Il termine Sputnik, in russo, significa: compagno di viaggio. E luca lo è stato per tanti ragazzi che, spesso silenziosamente e senza far casino, si sono identificati nelle sue canzoni, intrise di una poesia timida, a volte sussurrata. Oppure piena di contrasti, come “Una grande festa” che abbiamo ascoltato insieme. Luca ha detto che, essendo del segno della bilancia, ama contrapporre parole o sensazioni di segno opposto.

Dopo aver sentito il vinile, nella lunga esibizione live in acustico, Luca ha anche cantato “Io non voglio”, secondo singolo tratto dall’album.

Nel corso della trasmissione, ho consegnato a Carboni il Gandhi 9/11, un’opera luminosa creata da Marco Lodola, che abbiamo deciso di dare a chi, con le sue azioni o arte, ha portato pace nelle persone. Il nome Gandhi 9/11 deriva dal fatto che ho scoperto che l’11 settembre non è solo la data della tragedia che fece esplodere le due torri a New York, ma anche il giorno in cui, nel 1906 in Sudafrica, Gandhi annunciò che da quel giorno la sua lotta sarebbe stata non violenta, iniziando così la Satyagraha. Così Lodola ha creato due torri, come quelle di New York, coi colori arcobaleno della pace e davanti un Gandhi nero, perché in quei giorni lui viveva in Africa. Il Gandhi 9/11 in passato l’ho consegnato, fra gli altri, a Bob Geldof e Midge Ure, che hanno creato il Live Aid. Salif Keita, per il suo impegno a favore dei bambini albini in Africa vittime di razzismo violento. Michael Lang, che ha organizzato Woodstopck. Muhammad Yunos, premio Nobel che ha inventato il microcredito. Rigoberta Menchu, del Guatemala, Nobel per la pace. Duran Duran, che hanno aiutato tante ragazzine che vivevano in maniera turbolenta la loro vita. I Nomadi, che da sempre sono impegnati in campagne sociali.

Luca Carboni lo ha meritato perché, nonostante quel suo starsene lontano dai clamori, è stato presente con le sue poesie in musica nella vita di tanti ragazzi. Per avvalorare questo, ho mostrato una intervista dove Tiziano Ferro mi ha raccontato che il suo album “Persone silenziose” lo ha spinto ad uscire allo scoperto e a non limitarsi a chiudere in quaderni segreti la sua intimità creativa.

Per tornare a “Sputnik”, è il 19° album di Carboni. Lui stesso ha disegnato la copertina e la busta interna. Ha scelto di fare un disco interamente elettronico. Anche se, come ha dimostrato la versione live che ha fatto di “Io non voglio”, brano nato da una collaborazione con Calcutta, queste canzoni elettroniche sono bellissime anche in acustico.