Non ci resta che il crimine – Gianmarco Tognazzi ci racconta il nuovo film di Massimiliano Bruno

Il film ha già sbancato al botteghino nel primo weekend di programmazione!


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Red Box | Speciale Cinema: "Non ci resta che il crimine" con Gianmarco Tognazzi

Gianmarco Tognazzi, il giorno prima di venire al Barone Rosso per raccontarmi il film “Non ci resta che il crimine”, ha scritto in un tweet: “Arrivo zio Red… e forse da primo in classifica domani”

Previsione azzeccata: lunedì mattina i risultati del weekend hanno confermato che “Non ci resta che il crimine” ha sbancato al botteghino con 2 milioni di incasso sorpassando il colosso “Aquaman”.

Con Gianmarco Tognazzi, i protagonisti del film sono Alessandro Gassman, Edoardo Leo, Marco Giallini, Ilenia Pastorelli e Massimiliano Bruno, che ne è anche regista.

La storia è divertente, quando collegata a una realtà oscura dell’Italia anni ’80, quella legata alla banda della Magliana che tanti misteri ha portato con sé, a partire dalle collusioni con i servizi segreti.

Tre amici scalcinati (Tognazzi, Giallini e Gassman) organizzano un giro turistico a Roma sui luoghi resi famosi dalla banda. Per uno strano scherzo del destino entrano in uno Stargate che li riporta al 1982, l’anno dei mondiali, proprio nel bar della banda della Magliana. Qui si imbattono in Renatino (Edoardo Leo), il boss, e iniziano una serie di avventure esilaranti in un mix di interferenze col passato che lo cambiano. Film spettacolare che, purtroppo finisce e quando termina ti rendi conto che vorresti vedere subito un seguito.

Il momento più particolare del film è quando i tre amici e Renatino si travestono da Kiss per andare a fare una rapina in banca. L’eco di questa scena è arrivata anche ai Kiss negli Stati Uniti che hanno postato la foto dal film scrivendo:

“Avvistamento Kiss: nel film italiano “Non ci resta che il crimine” i protagonisti viaggiano indietro nel tempo vestiti da Kiss per una rapina”.

Gianmarco Tognazzi è venuto al Barone Rosso in una puntata strepitosa con Luca Carboni come protagonista. Ha indossato anche a volte una parrucca, come nel film, è ha portato divertenti backstage di lui e Giallini vestiti da Kiss che ingannavano il tempo cazzeggiando.

Dopo il successo di pubblico e critica nel film “A casa tutti bene” di Gabriele Muccino, in questo “Non ci resta che il crimine” Gimbo (questo il soprannome di Gianmarco) dimostra il suo valore di attore. I quattro protagonisti sono perfettamente integrati e il film merita di diventare il successo di questo 2019, sperando in un sequel meritatissimo.

Dal comunicato stampa:

Non ci resta che il crimine.

E se improvvisamente, per destino o per caso, vi ritrovaste negli anni’80? E’ quello che succede a tre improbabili amici che hanno fatto dell’arte di arrangiarsi uno stile di vita.

Siamo a Roma nel 2018 e tre amici di lungo corso, con scarsi mezzi ma un indomabile talento creativo, decidono di organizzare un “Tour Criminale” di Roma alla scoperta dei luoghi simbolo della Banda della Magliana. L’idea è di Moreno e, senza dubbio, sarà una miniera di soldi. Abiti d’epoca, jeans a zampa, giubbotti di pelle, stivaletti e Ray-Ban specchiati, ed è fatta…sono pronti per lanciarsi nella nuova impresa. Se non fosse che, per un imprevedibile scherzo del destino, vengono catapultati nel 1982 nei giorni dei gloriosi Mondiali di Spagna e si ritrovano faccia a faccia con Renatino, capo della Banda che all’epoca gestiva le scommesse clandestine sul calcio. Come fare per tornare indietro? I tre amici vorrebbero infatti ritornare al futuro senza rinunciare alla ghiotta occasione di fare un po’ di soldi con le scommesse, come suggerisce Moreno. Potrebbero puntare su Giuseppe, che è un vero Wikipedia dei Mondiali ed un pozzo di scienza calcistica? Potrebbe forse aiutarli Gianfranco, il nerd della scuola che ha incredibilmente fatto fortuna? Oppure la svolta potrebbe arrivare dalla Donna del Boss, la dirompente e ambigua ballerina che rischia di sconvolgere l’equilibrio sentimentale di Sebastiano? Intrappolati dal loro stesso gioco, nessuno di loro avrebbe mai immaginato di ritrovarsi in una intricata quanto beffarda avventura criminale.

 

Note di Regia

Credo che Non Ci Resta che il Crimine sia un film atipico nel mio percorso professionale. Avevo proprio voglia di testare delle corde nuove, di avventurarmi in spazi che non avevo ancora sondato nei numerosi film che ho scritto o diretto per la IIF.

Mi piaceva l’idea di mescolare i generi e di legare la commedia all’action-movie e al fantasy. Volevo insomma divertirmi su quel terreno di gioco già sperimentato da Benigni e Troisi nell’indimenticabile “Non ci Resta che Piangere” e allo stesso tempo provare a respirare l’aria di “Ritorno al Futuro” e immergermi nelle tinte forti di “Romanzo Criminale”. 

Per scrivere la sceneggiatura Andrea Bassi, Nicola Guaglianone, Menotti ed io abbiamo attinto ai film di genere ma con il puro piacere di abbandonarci alla commedia. Il nostro riferimento è quindi stata quella cultura di confine tra gli anni ’70 e gli anni ’80 da cui è nata la scelta di riproporre dei movimenti di macchina tipici dei poliziotteschi, come gli zoom sui primi piani o le riprese deformanti dal basso. E mi sono divertito a usare lo split-screen su molte scene per regalare al film una confezione che sembri realmente venuta dal passato.

Per lo stesso motivo ho chiesto al direttore della fotografia Federico Schlatter di dare al film una pasta che richiamasse quel cinema ma con una cifra più attuale. Lo stesso è avvenuto con la montatrice Luciana Pandolfelli con la quale abbiamo realizzato un vero e proprio omaggio a quel tipo di cinema senza però rinunciare a un ritmo più moderno e serrato che eliminasse i tempi morti di alcuni film di genere del passato. La colonna sonora, affidata anche quest’anno a Maurizio Filardo, è stata poi la ciliegina sulla torta che ha attribuito definitivamente a “Non Ci Resta che il Crimine” un carattere vintage e un sound autenticamente d’epoca.

E’ stato molto faticoso girare questa storia, non lo nascondo, e alcune scene, come quella della rapina, ci hanno portato via molti giorni di riprese. Anche dirigere gli attori è stato un po’ più complicato del solito visto che alcuni di loro affrontavano un ruolo per loro inedito.

Basti pensare ad Edoardo Leo, per la prima volta nei panni del cattivo, con cui abbiamo fatto un approfondito studio sul personaggio del nostro “Renatino” che doveva essere credibile nella malvagità ma contemporaneamente divertente. Abituato spesso a ruoli di simpatico e bello, Gassmann stavolta aveva un compito diverso e ha affrontato egregiamente l’ingenuo del gruppo. Giallini è stato perfettamente a suo agio nei panni del cialtrone navigato che pensa di conoscere tutto ma in fondo non conosce niente. Tognazzi ha reso in maniera credibile e originale un pusillanime che impara a tirare fuori il carattere e infine la Pastorelli è stata bravissima nell’insolito ruolo della paracula bomba sexy.

Gli altri personaggi della Banda della Magliana sono stati poi affidati ad attori davvero credibili nel ruolo dei criminali, perché volevo che facessero realmente paura. E così, per dare il sapore della verità, ho scelto Bevilacqua, Conidi, Locci, Galante e tutti gli altri.

Il cinema è un’arte in cui bisogna sperimentare continuamente, solo così riusciremo a trovare nuove strade.