Il 4 gennaio 2015 si spegneva Pino Daniele, Napoli lo ricorda con flashmob e concerti

Un pianoforte posizionato in riva al mare e un incontro per le vie della sua giovinezza, in due giornate all'insegna del ricordo e della nostalgia


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Il 4 gennaio 2015 si spegneva Pino Daniele nell’incredulità diffusa, nell’impossibilità di accettare una notizia giunta all’improvviso agli organi di stampa e spuntata sui social come una lama appuntita. Erano le 22:45 quando dall’ospedale Sant’Eugenio di Roma venne constatato il decesso dopo una corsa disperata da Orbetello, dove il bluesman partenopeo viveva, a seguito di un malore. Fu il suo cardiologo di fiducia, Achille Gaspardone, a spiegare alla stampa che l’autore di O’ scarrafone soffriva di una gravissima malattia alle coronarie da circa 27 anni, patologia che Pino Daniele aveva trattato con interventi di angioplastica.

Gaspardone spiegò: «La fine non è stata una sorpresa, ma proprio grazie agli interventi e procedure effettuati ha potuto vivere fino alla soglia dei sessant’anni». Il cantautore, infatti, avrebbe compiuto sessant’anni il 19 marzo. Il cordoglio e il dolore riempirono subito i pensieri dei suoi fan e non solo, perché grande e sentito fu il tributo che i suoi colleghi manifestarono attraverso le reti televisive e i canali social. Dal momento in cui il 4 gennaio 2015 si spegneva Pino Daniele, quella fiamma che bruciava di sentimento, passione, musica e poesia non smise di brillare. Il suo amore per Napoli e per il blues lo portarono a fare della sua opera un sincretismo tra la cultura partenopea e la ruvidità emozionale della “musica nera”, coniugazione che Pino Daniele espresse nell’album “Nero a metà” (1980) che dedicò a Mario Musella, cantante degli Showmen scomparso poco prima della pubblicazione del disco.

Con Nero a metà il bluesman partenopeo ricordava le origini di Musella, figlio di madre napoletana e di padre nativo americano, ma disegnava anche i tratti della sua arte: Pino Daniele guardava ora sull’immensità del Vesuvio e sulla bellezza della sua Napoli, ora sul Mississippi, sui club che ospitavano l’underground blues fatto di sigarette e whiskey, sudore e spiritualità. Imbracciava la chitarra acustica prima, l’elettrica poi, e snodava le sue dita per regalare a Napoli, all’Italia e al mondo intero le sue creazioni sonore mai eguagliate, capaci di far ballare sulle note di Yes I know my way e di far innamorare – a volte piangere – con Quando, quella ballad che fu subito capolavoro, scritta a quattro mani con l’amico Massimo Troisi.

Una storia che era già scritta e diventata un simbolo, un esempio di evoluzione della canzone italiana e di monumento della canzone napoletana sin dal punto di partenza: era il 1977 quando il bluesman partenopeo pubblicava “Terra mia”, il suo album d’esordio che si apriva con Napule è. Se per una tragica e ingiusta sorte il 4 gennaio 2015 si spegneva Pino Daniele, la sua musica lo aveva già reso eterno. Il 15 gennaio Napule è venne usata come inno ufficiale del Napoli cantato dai 55.000 tifosi presenti allo Stadio San Paolo per il match Napoli-Juventus. Il monumentale “grazie” che Napoli e l’Italia intera rivolgono ogni giorno al cantautore non ha soluzione di resa, e specialmente in questi giorni avranno luogo iniziative organizzate dai fan.

Il primo appuntamento è previsto per questa sera alle 21:30 sul Lungomare Caracciolo: il pianista DaniseFabio Sarnataro attendono i fan in via Partenope per l’evento “Pino Daniele, I still love you”, con un pianoforte posto in riva al mare per cantare tutti insieme le canzoni del bluesman partenopeo. L’evento è giunto alla terza edizione e comprende l’esecuzione di 40 brani, tra cui QuandoGesù GesùQuanno chiove e Je so’ pazzo. Un po’ concerto e un po’ flashmob, “Pino Daniele, I still love you” è un’adunata per rendere omaggio a uno degli artisti più amati del capoluogo campano.

Per domani 5 gennaio, alle 12:30, è previsto un incontro degli iscritti al gruppo Facebook “Cresciuti a pane e Pino Daniele” in via Pino Daniele, nei pressi di via Santa Maria La Nova dove il cantautore scoprì la sua passione per la musica. L’incontro prevede uno scambio di ricordi, di pensieri e un convivio tra i suoi più stretti sostenitori. Per un vero e proprio concerto tributo si dovrà aspettare il 19 marzo con un’iniziativa di Nello Daniele: il Palapartenope di Napoli ospiterà, per la quarta volta, amici e colleghi di Pino con ingresso libero. Nei prossimi giorni verranno diffusi i dettagli su come procurarsi l’invito.

Se il 4 gennaio 2015 si spegneva Pino Daniele, ancora non era tutto: l’amore per Napoli e per la musica splendono ancora, come la sua voce e le sue note, le sue parole e la sua chitarra che ancora vibra nelle corde di quanti non smettono di vivere della sua arte e dei suoi dischi, proprio come Pino sapeva fare meglio di chiunque altro.