Origini del Black Friday: come è nato e la grande bufala sulla schiavitù

Proviamo a fare chiarezza sulla fake news che ha preso piede soprattutto su Facebook in queste ore

Origini del Black Friday

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Sta spopolando su Facebook una vera e propria bufala riguardante le origini del Black Friday, con cui è stata alimentata la solita ondata di post pieni di indignazione superficiale a proposito del tema schiavitù. Complice la ricondivisione della fake news anche da parte di personaggi più o meno famosi, infatti, si ritiene che il nome tradotto di questo appuntamento diventato popolarissimo anche in Italia e nel resto d’Europa sia riconducibile ad una ricorrenza che coinvolge tristi temi della nostra società.

Andiamo con ordine, perché l’immagine che alimenta disinformazione si riferisce ad una foto di repertorio riguardante schiavi di colore. Il messaggio che passa riguarda appunto le origini del Black Friday, ritenendo che l’evento sia associato alla tradizione che a suo tempo vedeva la vendita di schiavi a prezzo di saldo ogni venerdì, almeno per quanto riguarda quelli invenduti. In sostanza, i negrieri avrebbero avuto la necessità di piazzarli subito sul mercato, prima di ripartire per l’Africa alla ricerca di altri schiavi.

Nulla di più sbagliato, in quanto le origini del Black Friday sono ben diverse e non risalgono certo al 1904 per il lancio di questo nuovo “trend di mercato”. Come tutti sanno, il Black Friday coinvolge la cultura americana e la data prescelta è quella successiva al Giorno del Ringraziamento (quarto giovedì di novembre). Perché “black”? La verità ce la fornisce il famosissimo sito Snopes, sempre in prima linea nello smascherare bufale come quella odierna.

Questa particolare espressione nasce dall’usanza dei lavoratori americani di darsi per malati all’indomani del Giorno del Ringraziamento, in modo tale da ottenere quattro giorni consecutivi di vacanza. Insomma, nessuna indignazione a proposito delle origini del Black Friday e la solita raccomandazione ai nostri lettori di raccogliere sempre tutte le informazioni del caso prima di ricondividere qualsiasi cosa su Facebook.