Recensione di Vita ce n’è di Eros Ramazzotti, le nuove esplorazioni sonore del cantautore italiano

A tre anni da "Perfetto" il cantautore romano scopre la musica contemporanea e duetta con Luis Fonsi


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A tre anni da “Perfetto” e un anno da “Eros Duets”, “Vita ce n’è” di Eros Ramazzotti è il nuovo album in studio. È il disco delle nuove esplorazioni sonore, scelte dal cantautore romano per abbracciare le dimensioni musicali più moderne senza mai abbandonare l’attitudine pop-rock che ha fatto del suo repertorio un monumento della musica italiana.

Elettronica, ballad e inserti di piano sono al centro delle 15 tracce, senza perdere la tradizione delle collaborazioni con le quali Eros Ramazzotti ha creato connubi che ancora permangono nel tempo. Lo ricordiamo, infatti, quando con Patsy Kensit cantava “La luce buona delle stelle” nell’album “In certi momenti” (1987), o quando duettava con Andrea Bocelli in una rivisitazione della suite “Musica è” uscita nel 1997 con la raccolta “Eros”.

In “Vita ce n’è” di Eros Ramazzotti, anticipato dalla title-track pubblicata come singolo il 19 ottobre, troviamo nomi come Alessia Cara, giovane cantante canadese di origini italiane e vincitrice del Grammy Award 2018 come miglior artista esordiente. Eros Ramazzotti l’ha scelta per il brano “Vale per sempre”, con un testo che alterna l’italiano e l’inglese e che ha tutta l’aria di diventare una nuova hit radiofonica. Luis Fonsi compare a sorpresa nel featuring di  “Per le strade una canzone”, brano dal sapore estivo con chitarre acustiche, freschezza e il classico groove del reggaeton. Helen Fischer, la star tedesca autrice dell’album “Farbenspiel” – tra i dischi in lingua tedesca più venduti degli ultimi 10 anni – canta con Eros Ramazzotti nel brano “Per il resto tutto bene” presente in due versioni di cui una senza duetto.

In più interviste l’artista romano ha dichiarato di aver voluto dedicare l’intero disco all’amico Pino Daniele, “grande assente nel firmamento italiano”, dice, e che in gioventù gli regalò una chitarra Gibson che ancora oggi conserva gelosamente. Una gioventù che Ramazzotti insegue ancora, grazie a quel filo conduttore che anche in questo disco, firmato Polydor Records, è presente più che mai: l’amore. Un amore che già si legge nel titolo dell’opera, quella vita che c’è e cammina a braccetto con l’amore, lo stesso sentimento che strazia i sensi nella canzone “Dall’altra parte dell’infinito”, un disegno del dolore di un padre che perde il proprio figlio. Lo stesso amore, ancora, che si palesa nel titolo “Buonamore” dove la protagonista è di nuovo la figlia Aurora, già al centro del brano ormai divenuto storia, “L’Aurora”.

Colori e sfumature sono in continua manifestazione per tutto il disco, “Vita ce n’è” di Eros Ramazzotti è quasi un sincretismo che diventa un puzzle ordinato e piacente, per scrivere il quale la produzione di Antonio Filippelli e Celso Valli ha voluto la partecipazione di Mogol, Mario Lavezzi, Cheope, Jovanotti e tanti altri.

Speranza, dolore e passione, ancora una volta, esprimono il senso artistico di Eros Ramazzotti che sceglie di indossare una nuova veste sonica, ma senza dimenticarsi del suo personale e autentico stile nel disegnare l’amore. La sua aspirazione è sempre stata il mondo intero. Per questo, il 17 febbraio, partirà da Monaco il tour per portare “Vita ce n’è” di Eros Ramazzotti sui palchi internazionali.