PES 2019 Recensione, Konami pronta a dare la spallata decisiva a FIFA 19?

Il simulatore dello sviluppatore giapponese prova ad assaltare il trono di Electronic Arts: sarà la volta buona?

PES 2019

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Gli ultimi sprazzi di estate non possono che riportare sotto le luci della ribalta uno dei tormentoni che si rinnova ogni anno: nell’ambito calcistico digitale, la sfida calcistica la vincerà quest’anno PES 2019 o FIFA 19? Un quesito che non si può di certo risolvere semplicemente tirando una monetina e scegliendo testa o croce, ma che costringe annualmente gli utenti di tutto il mondo a soppesare ogni singola sfaccettatura delle produzioni Konami ed Electronic Arts per giungere alla tanto agognata conclusione. Una conclusione che mai come quest’anno sembra essere meno scontata del solito, e che vede un PES 2019 che prova a scrollarsi di dosso le ruggini delle passate edizioni nel tentativo di tornare a solcare la cresta dell’onda, nel tentativo di spodestare l’antagonista di sempre dal suo trono dorato. Sarà l’anno buono?

Il vecchio che torna e il nuovo che avanza

L’annuncio nei mesi scorsi della perdita (da parte di PES 2019) delle licenze UEFA Champions League e UEFA Europa League gettò nello sconforto i fan del simulatore curato da Konami. Il lavoro svolto dallo sviluppatore nipponico è stato quindi mirato a rinforzare un parco licenze che rischiava di essere parecchio scarno, ma che, grazie al grande impegno profuso nel corso dei mesi, ha permesso al titolo di fregiarsi di tutti i campionati che FIFA 19, per forza di cose, non è riuscito ad accaparrarsi. Certo, non stiamo parlando di competizioni di primissima fascia, ma che comunque donano al titolo un appeal esclusivo. A fare da ulteriore corredo al tutto sotto il profilo delle licenze ci pensano poi le partnership esclusive strette da Konami con alcuni dei top club più in vista nel vecchio continente, vale a dire Barcellona, Liverpool, Inter e Milan, piccole chicche che di certo i fan delle rispettive squadre apprezzeranno in virtù di una cura certosina riposta in ogni minimo dettaglio. Per tutte le problematiche legate poi alla mancanza di licenze c’è sempre la strada non ufficiale degli Option Files (qui tutti i dettagli in merito).

L’avventura di ogni fan della serie che si rispetti non può che partire, anche in PES 2019, dall’intramontabile e inossidabile Master League. La storia si ripete anche quest’anno e, come di consueto, gli aspiranti allenatori potranno prendere il controllo di una delle tantissime squadre presente in database, pronti a confrontarsi con la canonica scalata alle classifiche. La differenza rispetto al passato risiede nella possibilità di scegliere il livello di difficoltà della componente manageriale della competizione, che al suo acme richiederà tantissima destrezza nelle fasi di contrattazione dei nuovi acquisti e anche dei rinnovi dei propri atleti: vietato quindi scontentare le diverse parti, pena la perdita di pezzi fondamentali per il proprio puzzle tattico. Il corredo di modalità disponibili in PES 2019 non si esaurisce di certo con la sua modalità storica, grazie al fornitissimo pacchetto multigiocatore: oltre alle canoniche modalità competitive che metteranno contro le squadre provenienti da tutto il mondo, fondamentale è anche il supporto garantito dal MyClub, per intenderci il corrispettivo di Ultimate Team di FIFA 19, che verrà analizzato nei prossimi giorni in uno speciale d’approfondimento su queste stesse pagine: basti sapere soltanto che agli utenti verrà concessa la possibilità di comporre e gestire a suon di contratti la propria squadra, da lanciare poi in campo per battaglie calcistiche variegate ed entusiasmanti,

Lavoro di squadra

Punto centrale dell’intera esperienza ludica di PES 2019 è però uno solo: il gameplay. Sarà riuscito quest’anno il simulatore calcistico di Konami a metabolizzare e a reagire alle critiche subite nel corso delle ultime annate e a fare quel tanto atteso passo in avanti? La risposta parrebbe essere positiva, sebbene non manchino i punti d’ombra. Ma procediamo con ordine.

La prima cosa che salta all’occhio nel corso delle partite di PES 2019 è la grandissima importanza data alla costruzione della manovra: il pensiero di funamboliche serpentine tra le linee della difesa avversaria non dovranno minimamente sfiorarvi se vorrete avere qualche minima chance di arrivare a tu per tu con il portiere, dal momento che l’intelligenza tattica delle squadre – siano esse controllate da giocatori in carne e ossa, siano esse gestite dall’intelligenza artificiale – porterà le compagini a chiudersi a riccio con raddoppi e addirittura triplicazioni di marcatura. Importante sarà, nelle fasi di possesso palla, tenere in considerazione numerosi fattori, quali le posizioni dei propri compagni in campo e anche la loro posizione specifica nel momento della ricezione della sfera: ogni atleta avrà skill personalissime, e il controllo e la costruzione della manovra terranno in considerazione ogni singolo parametro, con la risposta pratica che si tradurrà in una varietà di movimenti quanto mai ricca. Assecondare lo scorrere della palla con finte di corpo piuttosto che stoppare e muoversi in senso opposto permetterà di guadagnare utilissimi frazioni di secondo che, alla prova del nove, potrebbero fare la differenza tra una potenziale azione da gol e un nulla di fatto. Fondamentale poi tenere bene a mente la capacità degli atleti di PES 2019 di impattare la sfera con ogni singola parte del proprio corpo, con le reazioni fisiche della sfera che ovviamente varieranno a seconda delle diverse occasioni. Importante come sempre il dribbling, in questa nuova edizione del titolo si vede forse un po’ ridimensionato rispetto al passato: gli atleti più tecnici (i vari Neymar, Messi e Ronaldo, per intenderci, ndr) saranno sì sempre decisivi, ma la loro abilità palla al piede richiederà una gestione precisa al massimo per ottimizzarne i devastanti effetti offensivi. In assenza di skill eccelse al controller meglio optare per un gioco corale (che sfrutti gli inserimenti quanto mai intelligenti dei propri compagni) piuttosto che intestardirsi in solitarie quanto inutili discese verso l’area avversaria.

Altalena tecnica

Uno degli aspetti maggiormente altalenanti di PES 2019 è però il suo comparto grafico: per carità, i match scorrono via fluidi senza problemi di sorta, quindi sotto questo punto di vista si può tira un sospiro di sollievo. Croce e delizia degli utenti è però come sempre la resa visiva dei vari atleti delle diverse squadre impegnate in campo: se da un lato Konami ha imprescindibilmente focalizzato le proprie attenzioni sulle diverse squadre con cui ha stretto la partnership in questa edizione, dall’altro c’è da ravvisare un’approssimatezza forse anche eccessiva sui calciatori (per così dire) “minori”. L’esempio più lampante che ci viene da fare è legato a Lorenzo Insigne del Napoli, il cui profilo somatico rispecchia molto alla lontana le reali fattezze del talento di Frattamaggiore (e qui siamo ben oltre il “minore” di cui sopra, visto che parliamo di un atleta impegnato ormai da diversi anni sui principali palcoscenici mondiali, ndr). Buona invece la personalizzazione per quanto riguarda le movenze dei diversi campioni rappresentati in salsa digitale in PES 2019, sebbene anche in questo caso si notino notevoli differenze nella cura dei diversi attori impegnati sul manto verde del titolo Konami. Differenze che risultano ancora più sostanziali tra i pali, dove i portieri migliori risultano essere notevolmente più efficaci rispetto ai propri colleghi meno skillati. Nel corso dei nostri match abbiamo avuto modo di provare tanto gli estremi difensori dall’overall minimo (sotto il 60, per intenderci) fino a quelli provenienti dai vari top club europei, e la differenza la si percepiva sia dal posizionamento sui tiri che sulla reattività nel neutralizzare le conclusioni avversarie.

Le arene che faranno da cornire allo spettacolo del calcio videogiocato offriranno poi colpi d’occhio assolutamente unici, con ogni singolo spettatore riprodotto digitalmente che collaborerà in maniera attiva alla riproduzione di atmosfere verosimiglianti e cariche di passione.

Fischio finale

Insomma, è un PES 2019 che mostra la voglia di rivalsa di Konami nei confronti di Electronic Arts e del suo FIFA 19: nonostante le vendite iniziali non siano state proprio entusiasmanti, i margini nei prossimi mesi per un sostanziale recupero potrebbero esserci tutti, soprattutto se il simulatore del colosso statunitense dovesse dimostrarsi parzialmente lacunoso sotto il profilo tecnico come nel corso della passata edizione. Di margini di miglioramento ce ne sono, e anche evidenti, sebbene la strada imboccata dallo sviluppatore giapponese parrebbe essere finalmente quella giusta.

Pro

Contro

VOTO FINALE: 8.5/10