Sapavete che il 5G non fosse ancora uno standard condiviso? Ebbene, questa nuova realtà non ha che qualche ora di vita, ed ha acquisito una consistenza proprio a margine del 3GPP ospitato a La Jolla (USA), ove circa 600 delegati dei maggiori vettori di telefonia planetaria si sono riuniti per definire le caratteristiche condivise del 5G. Non è mancato l’intervento decisivo di alcune altre compagnie, leader in fatto di telecomunicazioni, quali LG Electronics, Xiaomi, Nokia, Sony Mobile Communications, ed alcune altre (non le citiamo tutte per ragioni di spazio materiale, ma la lista sarebbe ancora molto lunga e variegata, non ce ne voglia nessuno).
Per quanto riguarda il panorama aziendale italiano, ha preso parte al meeting solo TIM, che, dal canto suo, ha offerto la disponibilità dell’Open Lab del capoluogo piemontese, e dichiarando la propria soddisfazione circa i risultati raggiunti. Il 5G è una sfida importante, che bisogna assolutamente vincere, insieme a quella dell’ultrabroadband della linea fissa: le questioni obbligano gli operatori nostrani ad investimenti importanti, senz’altro poi ripagati sul campo, quando ci sarà un vistoso ritorno in termini di frutti raccolti dal terreno fertile offerto da nuovi mercati digitali.
Adesso che il 5G è diventato uno standard condiviso a livello globale, quando sarà possibile saggiarlo? Stando alle prime previsioni, i primi smartphone compatibili con la tecnologia verranno immessi sul mercato ad inizio 2019, nel corso del cui anno negli Stati Uniti la diffusione delle nuove reti coprirà il 50% di tutti gli abbonamenti mobili attivi contro il 21% della controparte europea, che comunque sembra molto calata nella parte per la soddisfazione di tutti i requisiti richiesti al grande passaggio infrastrutturale. Passiamo a voi la parola: se vi fa piacere, commentate pure il tutto con noi, sfruttando il box sottostante.