Smartphone e tecnologia spesso nemici della salute: epidemia mondiale di sonno carente

Non sempre gli smartphone, e la tecnologia in generale, migliorano la nostra vita: lo rivela uno studio australiano


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Un recente studio australiano condotto da David Hillmann dell’ospedale Sir Charles Gairdner di Perth ha evidenziato quanto l’utilizzo spasmodico dello smartphone, soprattutto legato all’attività lavorativa, possa essere nocivo per la nostra salute in termini di ore di sonno perse irrimediabilmente. La tecnologia fa progressi, ed anche giusto sia così, ma dispiace vedere che, in casi estremi, la cosa si traduca in un peggioramento della qualità della vita.

La ricerca di Hillmann, tra l’altro anche presidente della Sleep Health Foundation, ha dimostrato che la perdita di sonno (dovuta essenzialmente ai passi in avanti fatti nel campo delle comunicazioni, intrecciata ai diversi fusi orari) si è diffusa in larga scala nel mondo, fino a diventare una vera e propria epidemia mondiale, causando danni per miliardi di dollari lato produttività, sinistri stradali anche mortali (come pure sul lavoro) ed altre patologie, che possono provocare la dipartita prematura dei soggetti in causa.

Lo studio mette in evidenza le grosse perdite finanziarie derivate dalla dilagante situazione (ne paga lo scotto anche la produttività), oltre che ad una decrescita considerevole della qualità della vita, e quindi del benessere generale (pensate, per esempio, a chi passa le proprie notti insonni per comunicare con potenziali clienti, oppure interfacciarsi con i propri soci, spesse volte residenti dall’altra parte della Terra). La rete sociale intessuta dalla globalizzazione, così come il forte spirito competitivo attualmente vigente, a detta del ricercatore australiano, stanno dando sempre più manforte al fenomeno in discussione.

Lo smartphone, chiaramente, è parte in causa di questo processo, insieme ai tablet, ai personal computer ed a tutti gli altri apparati elettronici di ultima generazione di cui giornalmente ciascuno di noi, in quantità minore o maggiore, tende a circondarsi. Lo studio, pubblicato sulla rivista locale Spleep, dovrebbe far riflettere anche le autorità sanitarie di tutto il mondo: sarebbe il caso di correre ai ripari.