Tutto sull’uscita Iliad Italia: oltre 10 uffici, 1000 assunzioni e niente Netflix e Spotify nelle offerte

Più di un chiarimento in una lunga intervista: le intenzioni battagliere del vettore con qualche mancanza

Benedetto-Levi

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L’uscita Iliad Italia è vicina e il nuovo quarto operatore italiano scalda i motori in vista della sua presentazione prevista prima dell’estate. Sul cruciale momento pre-lancio, è tornato a parlare il giovanissimo AD italiano Benedetto Levi in una lunga intervista a IlSole24ore in cui parte della strategia è stata svelata, compresa la scelta di non offrire ai nuovi clienti contenuti inclusi nelle offerte come Netflix, Spotify e tanti altri.

Mentre sulla data di uscita Iliad Italia Levi non si è sbilanciato e ha continuato a ribadire un laconico “prima dell’estate”, ecco che l’AD ha chiarito che oltre alle sedi operative e rappresentative dell’operatore di Milano e Roma, saranno attivati sul territorio nazionale ulteriori 10 uffici (anche se in città e regioni non meglio specificate). Nel complesso, fin da subito, lavoreranno per il nuovo operatore 1000 dipendenti ma non si esclude un allargamento di organico in futuro.

Una macchina così corposa per il lancio del nuovo vettore sarà possibile grazie al primo miliardo di investimenti all’interno dei nostri confini. Benedetto Levi chiarisce come per fine 2017 sono stati impiegati 314 milioni per l’acquisto delle frequenze Wind Tre e per il rinnovo delle frequenze 1.800 Mhz pagati allo Stato italiano, valido fino al 2029. Nel corso di quest’anno altri 190 milioni andranno impiegati sempre per le frequenze e lo stesso varrà per una quota di 210 milioni nel 2019. Poi c’è da affrontare il discorso del 5G visto che Iliad ha intenzione di partecipare alla relativa asta delle frequenze.

Tanti investimenti per l’uscita Iliad Italia e la sua infrastrutture ma qualche prima cocente delusione per la tipologia di offerte del vettore. Levi ha già confermato come le tariffe saranno molto competitive e allo stesso tempo il servizio sarà di alta qualità ma non c’è da aspettarsi piani che integrino contenuti speciali come Netflix, abbonamenti Spotify o ad altri tipi di servizi che pure sono molto diffusi tra la concorrenza.Un’aspetto cruciale secondo i nostri lettori? Spazio alla vostra opinione nei commenti.