Lo speciale di Natale di Doctor Who 2017 saluta Peter Capaldi tra omaggi passati e speranze future (recensione)

Un piacevole speciale di Natale di Doctor Who 2017 che omaggia furbescamente il passato, lanciando grandi speranze per il futuro: la nostra recensione.


INTERAZIONI: 29

Lo speciale di Natale di Doctor Who 2017 ha tenuto alte le aspettative: “Twice Upon a Time” è un delizioso episodio, scorrevole, divertente e molto nostalgico. Un perfetto finale per l’era di Peter Capaldi, e un regalo d’addio in piena regola per Steven Moffat e Mark Gatiss, che lasciano la serie tv nelle mani di Chris Chibnall – che ora avrà molto lavoro da portare avanti.

L’incontro tra il Primo e il Dodicesimo Dottore avviene contornato da gran curiosità: lo scambio di battute tra due generazioni separate da ben cinquant’anni è esilarante e peculiare. Il bravissimo David Bradley non si scompone nelle vesti del Primo Dottore: il suo Signore del Tempo viene direttamente dagli anni Sessanta ed è arrogante, brontolone e restio. Caratteristiche diametralmente opposte al Dottore di Capaldi, che è decisamente più solare, controverso e rockettaro. Entrambi sono accomunati dal rifiuto di rigenerarsi. Testardi, Capaldi e Bradley duettano ininterrottamente in una sfida ad alti livelli di bravura, a cui si aggiunge Mark Gatiss, impeccabile in ruoli da cattivo redento.

Lo speciale di Natale di Doctor Who 2017 riporta sulla scena Bill Potts, companion della decima stagione, e introduce la new entry Gatiss, nei panni di un soldato nazista. Questi ultimi due personaggi si intersecano nella trama di “Twice Upon a Time” e Moffat non lascia niente al caso. I passeggeri al bordo del TARDIS sono un inglese razzista (Gatiss), un Dottore maschilista e razzista (Bradley), una ragazza di colore omosessuale (Bill Potts) e uno strambo uomo che indossa occhiali da sole e suona la chitarra elettrica. Un gruppo non omogeneo dove è possibile notare le discrepanze: il Primo Dottore, approdato in un’epoca storica (gli anni Sessanta) in cui la condizione della donna era sfavorevole, considerata inferiore all’uomo e “utile” solo a compiti domestici (il Signore del Tempo si chiede che fine abbia fatto Polly, probabilmente la sua companion di allora, addetta alle pulizie all’interno del TARDIS). Gli anni Sessanta sono stati anche un’epoca in cui i diritti delle persone di colore erano negati; per questo lo scontro con Bill è immediato – e il Dodicesimo Dottore, rigeneratosi in un’epoca moderna, tenta di mediare tra i due personaggi. L’affetto che il Signore del Tempo di Capaldi nutre per la giovane pupilla è ancora forte: il rapporto mentore/studentessa ha caratterizzato tutta l’intera decima stagione. Per il Dodicesimo, Bill è una ragazza che deve essere protetta, è sveglia, determinata, curiosa e coraggiosa.

Lo speciale di Natale di Doctor Who 2017 si contraddistingue dai precedenti perché non racconta una vera e propria avventura. Difatti, la trama principale, incentrata su una serie di individui di ghiaccio che congelano le persone per intrappolarle nel tempo, “Twice Upon a Time” riflette sul passato delle varie rigenerazioni del Dottore (passano brevissime le immagini dei vari Signori del Tempo, c’è il tema di Bad Wolf), e volge un velo di speranza verso le generazioni future. È il canto del cigno di Steven Moffat: lo si percepisce nel messaggio di addio del Dodicesimo, in cui la voce tremolante e commossa di Capaldi parla di amore, di gentilezza, dando consigli alla prossima rigenerazione. Come accaduto in passato, prima di abbandonare il suo corpo, il Dottore rievoca le persone che l’hanno accompagnato; Nardole, poi Clara Oswald, nel ricordo di come l’aveva vista l’ultima volta prima di sacrificarsi nella nona stagione.

Che il Dodicesimo fosse un Dottore controverso e, per certi versi, duro e quasi dark, c’era da aspettarselo all’inizio del suo viaggio, quando chiese proprio a Clara: “Sono un brav’uomo?” Il dubbio lo aveva accompagnato durante tutto il suo percorso, tanto da esser definito, nell’episodio di Natale, come “Dottore di guerra” (chiaro riferimento anche allo speciale del cinquantesimo, Il giorno del Dottore). Il Primo invece si abbandona con tristezza e rassegnazione, ma consapevole che le sue future incarnazioni sapranno cambiare il loro modo di vedere.

L‘undicesima stagione ripartirà con Jodie Whittaker, prima donna a bordo del TARDIS, la cui prima apparizione fa ben sperare: sorridente, esclama “Brillante!”, prima di trovarsi nel mezzo di un vortice d’aria che la trasporta all’esterno della celebre blue box.

Con lo speciale di Natale di Doctor Who 2017 si conclude l’era Moffat, un’epoca segnata dal lato oscuro del Signore del Tempo, alla ricerca della sua parte buona. Se Russell T. Davies ci aveva dato dei Dottori colorati, estroversi e quasi più umani (chiunque ricorda l’affetto tra il Decimo e Rose Tyler), Moffat ha esplorato il cuore del Signore del Tempo, i suoi legami e la sua Gallifrey (“Il mio viaggio è lo stesso che fa ognuno di voi. Mi ci sono voluti così tanti anni, così tante vite, ma alle fine so dove sto andando, dove sono sempre andato… a casa. Facendo una strada più lunga.”).