Stranger Things 3 nel 2019 è una buona notizia, parola di Hopper: “Un buon prodotto richiede tempo”

Perché l'ipotesi di Stranger Things 3 nel 2019 avanzata dall'interprete di Hopper è in realtà una buona notizia


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Probabilmente la sua previsione getterà i fan più accaniti nella disperazione, ma l’ipotesi del rilascio di Stranger Things 3 nel 2019 e non il prossimo anno è da interpretare tutto sommato come una buona notizia: più tempo i Duffer Brothers avranno a disposizione per scrivere e girare la terza stagione, più questa ne guadagnerà in qualità, sostiene David Harbour.

L’attore che nella serie prodotta da Netflix interpreta l’impavido capo della polizia di Hawkins Jim Hopper ha accennato in un’intervista a Variety alla possibilità che il pubblico di Stranger Things debba fare a meno della serie nel 2018.

Se la prima ha debuttato nel 2016 e la seconda è arrivata nel 2017, infatti, non è detto che l’intervallo di un anno possa essere rispettato anche stavolta. Per Harbour è più probabile che il pubblico assisterà a Stranger Things 3 nel 2019.

Una delle cose che più infastidisce i fan è che ci vuole molto tempo per girarle e realizzarle. È probabile che non vedrete la nuova stagione prima del 2019. Ma il fatto è che, come ogni buon prodotto, richiede del tempo. E questi ragazzi lavorano sodo. Si barricano dentro casa e scrivono qualcosa come 12 o 14 ore al giorno.

Come dar torto ad Harbour? L’accuratezza della sceneggiatura, la cura meticolosa della regia, il grande lavoro di post-produzione necessario per una serie così ricca di effetti speciali richiedono per forza di cose dei tempi di realizzazione molto lunghi. E d’altronde è stata proprio l’elevatissima qualità del prodotto, insieme al fascino della storia e alla bravura del cast, a fare della serie un cult immediato.

Sarebbe un peccato enorme se i Duffer Brothers fossero costretti a scendere a compromessi rispetto al loro standard qualitativo per rispettare le logiche del mercato. E sarebbe miope da parte di Netflix non concedere loro il tempo necessario per firmare un lavoro soddisfacente almeno quanto le prime due stagioni (di serie letteralmente rovinate da ritmi industriali impossibili da sostenere è piena la storia della tv). Come hanno raccontato i due scrittori e registi nella serie Beyond Stranger Things, la società aveva chiesto loro di pensare agli sviluppi della seconda stagione già in fase di lavorazione della prima, quindi l’intervallo tra i primi due capitoli è stato relativamente breve è perché c’era già da parte loro del materiale su cui lavorare. Ora invece bisogna scrivere ex novo la terza stagione e dare uno sviluppo ad un finale che, ad eccezione dello spiraglio aperto dall’ultima scena, poteva sembrare chiuso.