Un Jovanotti inedito su Vanity Fair ci svela tutti i segreti del successo e i disastri del debutto, di cui non ha intenzione di rinnegare la natura.
A pochi giorni dall’uscita dell’attesissimo disco prodotto da Rick Rubin , Lorenzo Cherubini sceglie di raccontarsi sulle pagine del settimanale diretto da Luca Dini per portare avanti uno spaccato inedito di sé, forse lontano dall’accezione generale radicata in molti dei suoi fan che lo hanno conosciuto già all’apice del successo.
Lorenzo Cherubini ci racconta della volta in cui conobbe un giovane di nome Alessio, figlio di amici di famiglia, presentato come una creatura leggendaria. Anni dopo, Jovanotti venne a sapere che quel ragazzo così appassionato di fondali marini si era arruolato nelle Brigate Rosse, partecipando al sequestro di Aldo Moro e alla tortura della sua scorta.
Questo e molto altro nel passato più passato di Jovanotti, che poi è diventato quello artistico e ricco di critiche da parte di chi non accettava il suo modo di essere. Come dichiarato dall’artista, in pochi sono stati magnanimi con lui, tanto che qualcuno sarebbe stato pronto ad appenderlo per le palle, stabilendo questo proposito come in cima agli obiettivi.
Superato l’ostacolo della critica in maniera cattolica, come lui stesso ha voluto definire il suo modo di accogliere i detrattori, la carriera di Jovanotti è decollata fino a un incontro insolito con Silvio Berlusconi, che lo aveva invitato ad assistere a una delle partite del Milan.
E sul caso Weinstein, Jovanotti ha dichiarato: “Tra dieci anni, quando un produttore non inviterà più una ragazza di vent’anni con i pantaloni abbassati in camera sua perché sa che potrebbe andare in galera, un passo avanti sarà stato fatto. Ma il passo più grande si farà quando a far paura a un uomo non sarà la galera, ma l’abitudine alla propria prepotenza”.
L’intervista completa a Lorenzo Cherubini di Malcolm Pagani è pubblicata sul numero di Vanity Fair in edicola dall’8 novembre.