Sabotaggio Ferrari. E’ l’unica spiegazione possibile. Mica il motore di una Ferrari può andare in tilt come quella di una banale utilitaria. La Ferrari ha subito l’ennesima batosta anche in Giappone. Dopo pochi chilometri la Ferrari di Vettel si è spenta. Addio alla gara ed addio al campionato del mondo per la Ferrari.
Non è pensabile che la Ferrari sulla quale lavorano centinaia di tecnici iperspecializzati possa fermarsi dopo pochi chilometri come succede alle autovettura di noi comuni mortali. In tre gare il team Ferrari ha compromesso il finale del Campionato Mondiale di Formula 1 e centinaia di milioni d’investimenti (leggi di più).
Una macchina perfetta e vincente come la Ferrari diventa all’improvviso un catorcio che non riesce neanche a compiere cinque giri. E’ troppo brutto per esser vero, al punto che io ho il fondato sospetto di un sabotaggio. A questi livelli la competizione è spietata: perché escludere l’ipotesi che qualcuno possa aver compromesso la Ferrari?
Credo che la Ferrari debba svolgere indagini serrate tra i propri collaboratori e tra coloro che sono incaricati della vigilanza. Questo crollo repentino è sconcertante e non ha precedenti simili a questi livelli. Mai era successo che un pilota come Vettel ed un bolide come la Ferrari finissero ko senza praticamente combattere.
Quando si tratta di macchine sofisticate come i motori di Formula 1 ogni dettaglio è controllato e superverificato. E’ impossibile che la Ferrari si possa piantare senza rimedio e Vettel debba sperimentare il destino di esser appiedato come è successo a me in più di una circostanza. Io però non ho mai guidato una vettura che costa centinaia di milioni di euro. Sabotaggio. Qualche mano maligna potrebbe aver allentato un bullone, sporcato una candela, tappato una presa d’aria. Si controlli tutto e si controlli meglio perché una Ferrari che non corre è un danno per l’Italia intera.