L’intervista del Maestro Ennio Morricone a Che Tempo Che Fa: “Ma non chiamatemi così” (video)

Il video dell'intervista di Ennio Morricone a Che Tempo Che Fa: il compositore racconta il rapporto tra colonne sonore e cinema

Ennio Morricone a Che Tempo Che Fa

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Con Ennio Morricone a Che Tempo Che Fa nella prima puntata di domenica 24 settembre, Fabio Fazio non avrebbe potuto sperare di meglio per l’inaugurazione della sua avventura su Rai1.

Per celebrare i 60 anni di una straordinaria carriera, contrassegnata da più di 600 opere e celebrata da 2 premi Oscar, Fazio ha accolto il Maestro in studio sulle note della celebre Giù la testa, meglio nota come Sean Sean (o anche “scion scion”) composta nel 1971 per la colonna sonora del film omonimo di Sergio Leone.

Reduce dai concerti francesi completamente sold out della scorsa estate, oltre a celebrare 60 anni di professione Morricone celebra anche i 60 anni di matrimonio con la moglie Maria (presente in studio), cui ha dedicato l’Oscar vinto lo scorso anno per la colonna sonora del film di Quentin Tarantino.

Proprio sotto l’occhio vigile della signora Maria, Fazio ha ricordato un aneddoto sul brano Se Telefonando, che pare sia nato mentre Morricone accompagnava la moglie in posta a pagare una bolletta: “Eravamo insieme e mi è venuta in mente questa canzone che dovevo scrivere per Mina: non si tratta di ispirazione, che non esiste in realtà, è la meditazione, è il pensare a quello che si vuole fare, è quello il vero lavoro” ha dichiarato il compositore.

Dopo una carrellata di immagini dall’Oscar alla carriera nel 2007 fino all’ultimo conquistato per la Miglior Colonna Sonora per The Hateful Eight nel 2016, l’intervista è proseguita tra ricordi della sua lunga carriera (tra cui la delusione per la mancata vittoria della statuetta per The Mission nel 1986), aneddoti sulla storia della sua famiglia, sulla sua quotidianità piuttosto normale e divagazioni filosofiche sull’idea del “fare”.

Il ricordo di quella volta che un regista gli ha chiesto di suonare Tchaikovsky per la colonna sonora di un suo film è diventato il momento adatto per approfondire il rapporto straordinario tra Morricone e il cinema, con oltre 500 colonne sonore originali prodotte in 60 anni.

In genere rifiuto i registi che mi chiedono di fare cose che ho già fatto in altri film, poi quando nominano altri compositori io fuggo. Una volta accettavo anche brutti film, facevo un errore gravissimo: prendere brutti film e dargli una bellissima colonna sonora. Ogni film mi ha fatto soffrire, era difficile fare contento il regista che di solito non capiva tanto di musica, fare contento me stesso e la gente che doveva ascoltare e decretare il successo del film: mi sentivo complice e colpevole. Mi è capitato che alcuni registi temessero che la musica diventasse più importante del film, un regista mi ha mandato via perché quest’idea lo disturbava (…) Chi capisce un po’ di musica mi riconosce, e questo mi fa piacere: evidentemente degli stilemi resistono alle necessità che un film qualche volta ha. Se si resiste a questa contaminazione, vuol dire che resta pulito il proprio stile e la propria personalità.

Conversando con Fazio, ha poi chiesto una cortesia al padrone di casa: “Non voglio essere chiamato maestro, va bene Ennio“, ha chiosato Morricone.