Paestum. TAR boccia neo direttore bravissimo ma straniero

Conosco di persona il direttore Zuchtriegel ed ha un unico difetto: un cognome non facilissimo da pronunciare. Per il resto il direttore straniero che non piace al TAR in meno di due anni ha saputo dare una svolta alla gestione dell'area archeologica di Paestum. Dopo le catastrofi degli italianissimi predecessori, il neo direttore ha saputo: rilanciare le campagne di scavo, aumentare gli orari di apertura, organizzare eventi speciali tra i templi e nell'annesso museo, raddoppiare il numero di visitatori

Il direttore straniero bloccato dal TAR

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Lavorano bene, ma il TAR li boccia. L’Italia ostaggio del TAR che, spulciando tra cavilli, stoppa la riforma dei beni culturali. Il TAR dice no ai direttori stranieri e fa saltare anche la nomina del brillante direttore del sito archeologico di Paestum Zuchtriegel.Una vicenda di follia  burocratica contro la quale il ministro Franceschini ha già annunciato ricorso (leggi di più).

Conosco di persona il direttore Zuchtriegel ed ha un unico difetto: un cognome non facilissimo da pronunciare. Per il resto il direttore straniero che non piace al TAR in meno di due anni ha saputo dare una svolta alla gestione dell’area archeologica di Paestum. Dopo le catastrofi degli italianissimi predecessori, il neo direttore ha saputo: rilanciare le campagne di scavo, aumentare gli orari di apertura, organizzare eventi speciali tra i templi e nell’annesso museo, raddoppiare il numero di visitatori.

Un rendimento record quello di Zuchtriegel che però, secondo i giudici del TAR, non possiede i requisiti per occupare quel posto di lavoro. Le motivazioni sono complesse, roba da esperti del cavillo giuridico. Ma una la comprendo anche io. Secondo il TAR non c’era bisogno di chiamare degli “stranieri” per incarichi che gli italiani avrebbero potuto svolgere al meglio.

Un provincialismo indegno di un paese moderno, appartenente peraltro all’Unione europea che fissa tra i suoi principi fondamentali la libertà di circolazione,  residenza e di lavoro dei cittadini comunitari in ciascuno degli stati membri. Adesso Paestum rischia la paralisi per colpa del TAR. Una situazione allucinante, ennesima dimostrazione di un paese prigioniero della burocrazia, del comitatismo, dei legulei che esplorando il pelo nell’uovo bloccano ogni tentativo di modernizzazione anche nella gestione dei beni culturali. Lo stesso TAR aveva bloccato per mesi la costruzione di un gasdotto in Puglia per una faccenda di poche piante d’ulivo da espiantare. Che non rispondono a nessuno delle proprie decisioni cervellotiche e dei loro ritardi come i dinosauri delle Soprintendenze.

Giudici e soprintendenti che per un timbro spostato di un centimetro bloccano nomine, opere pubbliche e private strategiche per un paese come l’Italia che dal turismo dei beni culturali, se gestiti bene come nel caso del direttore straniero Zuchtriel, possono generare economia ed occupazione. E’ un sistema da riformare immediatamente per non far sommergere l’Italia da una valanga di carta bollata