Cannes 2017, oggi è il giorno di Godard e Nicole Kidman

Cinefilia e divismo a Cannes. L'attrice è protagonista di un coloratissimo film sul punk. In concorso il biopic di Hazanavicius sul maestro della Nouvelle Vague Jean-Luc Godard e il dramedy di Noah Baumbach, con Stiller, Sandler e Hoffman. Per l'Italia c'è Sergio Castellitto.

Cannes 2017, i film in concorso della quinta giornata

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Oggi il mix di divismo e cinefilia che offre il programma di Cannes 2017 è perfetto. Da un lato infatto c’è l’arrivo dell’attesissima diva Nicole Kidman, nella prima delle sue numerose apparizioni (ben quattro) del festival, con un film fuori concorso, How to talk to girls at parties di John Cameron Mitchell. Dall’altro invece c’è uno dei film più attesi del concorso Le Redoutable, in cui Michel Hazanavicious ha avuto l’impudenza di fare un ritratto del personaggio più controverso e geniale del cinema francese, l'”autore” per definizione Jean-Luc Godard. E certo sono prevedibili reazioni da parte dei cinefili più intransigenti di fronte a questo atto di lesa maestà.

Polemiche inevitabilmente affioreranno anche con l’altro film in competizione, The Meyerowitz Stories (new and selected) di Noah Baumbach, prodotto da Netflix e quindi destinato a rilanciare il dibattito che ormai da giorni tiene banco al festival che, come è noto, ha sentenziato che dal prossimo anno i film non distribuiti in sala non potranno partecipare alla manifestazione. Oggi, infine, è anche il giorno dell’italiano Fortunata di Sergio Castellitto, selezionato nella sezione Un Certain Regard: un melodramma bruciante per il quale non prevediamo una buon accoglienza, per le ragioni che abbiamo cercato di spiegare nella nostra recensione, alla quale rimandiamo. Ma raccontiamo nel dettaglio i film in concorso e fuori concorso di questa quinta giornata di Cannes 2017.

The Meyerowitz Stories (new and selected) di Noah Baumbach, in concorso

Noah Baumbach ritrova uno dei suoi attori preferiti, Ben Stiller (già protagonista di Lo stravagante mondo di Greenberg e Giovani si diventa), nel suo nuovo film The Meyerowitz Stories (new and selected). Il regista e sceneggiatore di Brooklyn partecipa per la prima volta in assoluto al festival di Cannes, e vi giunge insieme a una compagine di protagonisti ampia e intergenerazionale, che comprende anche Adam Sandler, Emma Thompson, Dustin Hoffman, Candice Bergen, un gruppo che ricorda gli eterogenei e nutritissimi cast dell’amico e sodale Wes Anderson.

E certo a leggere la sinossi del film, che racconta di una famiglia i cui membri hanno perso i contatti reciproci e si ritrovano a New York in occasione di un evento organizzato per celebrare il lavoro artistico del padre, viene ancora una volta da pensare a Wes Anderson e alle sue storie, I Tenenbaum su tutti, di gruppi familiari disfunzionali oberati dalle figure di padri decisamente ingombranti.

Come tutti sanno, The Meyerowitz Stories è un film targato Netflix, che ne ha recentemente acquisito i diritti di distribuzione. Il potente Chief Content Officer della piattaforma, Ted Sarandos, così aveva commentato: “Noah Baumbach è una voce improtante del cinema americano e i suoi film sono sempre attesissimi in ogni dove. Siamo orgogliosi di lavorare con lui e sono certo che gli appassionati saranno entusiasti di questo film come lo siamo noi. E siamo emozionati di essere noi il canale di accesso che permetterà al pubblico mondiale di vedere il film“. Perché è vero, questa è una delle leve essenziali su cui poggia il successo di Netflix, la sua capacità di farsi operatore globale che consente di accedere alla visione di film che altrimenti non riuscirebbero a raggiungere i loro pubblici di riferimento – un concetto ribadito l’altro giorno da Tilda Swinton nella conferenza stampa di presentazione dell’altro film targato Netflix, Okja. Sono temi su cui si continuerà a discutere lungo tutto il festival, che raggiungeranno l’acme il giorno della premiazione: perché qualora non vi fosse alcun riconoscimento ai film Netflix, inevitabilmente qualcuno parlerebbe di discriminazione ed esclusione pregidiziale. La giuria quest’anno è attesa a un compito particolarmente difficile. Nel frattempo, mettiamo da parte le polemiche per goderci in pace il nuovo dramedy di Noah Baumbach.

Le Redoutable di Michel Hazanavicious, in concorso

È come chiedere a un cattolico di interpretare Gesù Cristo” ha risposto più volte Louis Garrel a chi gli ha chiesto cosa significasse per lui interpretare Jean-Luc Godard. Perché il più intellettuale – e intrattabile – regista francese è uno dei miti dell’attore il quale, non dimentichiamolo, è figlio di quel Philippe Garrel che cominciò giovanissimo a far film negli anni Sessanta perché folgorato da Godard, ed è quindi cresciuto a pane e Nouvelle Vague.

Queste le premesse di uno dei film più attesi di Cannes 2017, Le Redoutable, anche perché dietro la macchina da presa c’è Michel Hazanavicius, il regista premio Oscar di The Artist, che per la seconda volta dà sfogo alla sua anima da cinefilo con un racconto che ruota intorno alla settima arte. Però la vicenda al centro del film, il maggio francese del Sessantotto e delle barricate, il Godard più impegnato politicamente, la sua storia con l’allora giovanissima Anne Wiazemsky (il film è costruito a partire da due memoirs dell’attrice su quel periodo) sembrano appartenere poco allo stile tutt’altro che ideologico del regista francese. Il quale infatti ha dichiarato di non avere il mito di Godard e preferire invece la commedia all’italiana. Sarà per questo che Garrel ha detto che Le Redoutable assomiglia più a un fumetto, con una mescolanza di ironia e tenerezza che gli ricordano Ettore Scola. Il risultato, ribadisce Hazanavicus, “è un film alla mia maniera, non a quella di Godard” in cui “non parlo del vero Godard, ma dell’idea che mi sono fatto di lui”.

L’anziano maestro (nato nel 1930) non ha visto il film e nemmeno ha risposto ad Hazanavicus, che rispettosamente gli aveva inviato la sceneggiatura per informarlo del progetto in corso. Il film tenta un’operazione certo complessa, affrontando un personaggio intriso di radicalismo intellettuale e impegno politico con gli strumenti narrativi di un cinema popolare che ha il tono di una commedia anche sentimentale, visto che il racconto ruota intorno alla storia d’amore tra Godard e l’allora diciannovenne Wiazemsky (interpretata da Stacy Martin). Hazanavicius dimostrò già con The Artist la capacità di immedesimarsi in un racconto storico e cinefilo che non sfociasse automaticamente nella nostalgia, quindi si può sperare che Le Redoutable non sia una semplice sfilata pop di oggetti e personaggi anni Sessanta ma un racconto in grado di restituire davvero gli umori del periodo. La Wiazemsky ha detto che il film fa “di un essere odioso un personaggio commovente e buffo”. Certo impressiona questo Louis Garrel stempiato e agghindato come lo scorbutico maestro, e diverte il trailer girato come un film di Godard con le parole a caratteri cubitali colorati che invadono lo schermo. Dettagli che creano grandissime aspettative.

How to talk to girls at parties di John Cameron Mitchell, proiezioni speciali

E giunse la diva più attesa (e fotografata), Nicole Kidman. Inutile fare gli schizzinosi e chiudersi nel rigore cinefilo, un festival (ma il cinema tutto in realtà), è anche questo, feticismo delle star, fascinazione per la bellezza e la fotogenia, e poi red carpet, pailettes e lustrini. Accogliamo dunque la regina di Cannes 2017, titolo ben meritato visto che Nicole Kidman apparirà ben quattro volte sulla Croisette, fuori concorso e in concorso (The Beguiled di Sofia Coppola e The Killing of a Sacred Deer di Yorgos Lanthimos), con cinema e tv (la serie firmata da Jane Campion, Top of the Lake: China Girl).

Il primo titolo è, fuori concorso, How to talk to girls at parties di John Cameron Mitchell, che ha creato molti rumours già dalle prime immagini dal set e i teaser, che mostrano una curiosa Kidman in versione punk che pare esemplata sul David Bowie di Labyrinth. Il film, che vede accanto all’attrice australiana la giovane Elle Fanning (anche nel cast di The Beguiled), è un bizzarro mix di fantascienza e commedia romantica, tratto da un racconto di Neil Gaiman, il celebre fumettista e scrittore britannico.

La storia è ambientata nella periferia londinese degli anni Settanta, al tempo dell’esplosione del fenomeno punk. Il timido Enn (Alex Sharp) conosce a un party un gruppo di donne dall’aria misteriosa, tra cui Zan (Fannign) di cui s’innamora a prima vista. La ragazza è in realtà un’aliena, cosa che però non scoraggia né spegne gli ardori di Enn, forse anche perché i punk non sono  (socialmente) meno alieni degli extraterrestri veri e propri. I due mondi finiranno per incontrarsi e mescolarsi quando il giovane innamorato chiederà l’aiuto di Nicole Kidman per la salvare Zan da una situazione di pericolo. Un film che si preannucia bizzarro, romantico, scatenato, coloratissimo.

https://youtu.be/gnDyjAcofio