Con Una Serie di Sfortunati Eventi il mondo di Lemony Snicket è dark e gotico, ma all’altezza dei libri?

Dal 13 gennaio, Netflix ha reso disponibile la prima stagione di Una Serie di Sfortunati Eventi: la serie è all'altezza dei libri oppure no? La nostra recensione.


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Dopo il rilascio, a sorpresa, della misteriosa The OA, dal 13 gennaio Netflix ha reso disponibile Una serie di Sfortunati eventi, serie tv basata sull’omonima serie di romanzi scritti da Lemony Snicket – da cui era stato tratto anche un film nel 2004 con Jim Carrey.

Il delizioso mondo di Lemony Snicket (all’anagrafe Daniel Handler) prende vita in 8 episodi ben confezionati, che possono essere guardati uno dietro l’altro senza fermarsi. A permettere il cosiddetto binge watching – termine che indica l’abbuffata di episodi, ovvero la classica maratona – è la storia semplice, lineare e ben sviluppata. Ma Una Serie di Sfortunati Eventi sarà all’altezza dei libri oppure si rivelerà solo un tentativo di emulazione?

Una Serie di Sfortunati Eventi segue le sfortunate vicende dei tre orfani Baudelaire, la quattordicenne Violet, il dodicenne Klaus e la piccola Sunny, i quali, dopo la morte dei loro genitori in circostanze strane, vengono affidati alle cure di un malvagio tutore, il conte Olaf. L’uomo si rivela alquanto astuto, rude, maleducato, dotato di una pungente ironia, ed è disposto a tutto pur di mettere le mani sulla loro eredità. Nel corso degli episodi, i fratelli Baudelaire dovranno cercare di sfuggire alle grinfie di Olaf e al tempo stesso cercare di far luce sulla misteriosa morte dei loro genitori.

A primo sguardo, Una Serie di Sfortunati Eventi profuma di dejà vu, con atmosfere dark e gotiche che sembrano uscite da una pellicola di Tim Burton. Addentrandosi nella storia, lo spettatore che ha già familiarizzato col mondo dei libri di Lemony Snicket apprende che la serie tv ha portato sullo schermo tutti quegli elementi che aveva già trovato su carta. La Londra Vittoriana è l’ambientazione ipotetica ideale per una storia “sfortunata” che richiama a sé una narrazione in grado di far immedesimare il suo pubblico con i suoi piccoli interpreti (Malina Weissman, Luiss Hynes e Presley Smith).

L’attrazione maggiore è certamente per Neil Patrick Harris, che raccoglie l’eredità di Jim Carrey nel ruolo del tremendo Conte Olaf a cui spetta l’ingrato compito di rappresentare un personaggio cattivo, il villain di Una Serie di Sfortunati Eventi, senza però renderlo intrattabile. Si potrebbe dire che Olaf è affascinante a modo suo per il suo modo stravagante di apparire e Neil Patrick Harris riesce a farsi sia odiare che amare, lasciando tutti a bocca aperta.

Nella serie, la narrazione è affidata a Patrick Warburton, che incarna l’autore Lemony Snicket. In un ruolo minore troviamo Joan Cusak come la magnanima Giudice Strauss, Alfre Woodard nella parte della seconda tutrice dei Baudelaire, Josephine Anwhistle, mentre la coppia formata da Cobie Smulders e Will Arnett veste i panni dei genitori dei protagonisti.

Creata da Mark Hudis, che al suo curriculum ha That ’70s Show, Nurse Jackie e True Blood, Una Serie di Sfortunati Eventi è uno show tragicomico e piacevole, che conquista lo spettatore tra una battuta e l’altra. Che voi siate troppo cresciuti oppure no, storie come queste sfuggono per un attimo dalla realtà e ci portano in un mondo quasi magico in cui è impossibile non restarne affascinati.