Nel corso di un’intervista con Digital Spy, Steven Moffat ha parlato della sua creatura Doctor Who, chiarendo che la serie non si compone di lunghi archi narrativi, bensì si avvicina più al genere antologico. Secondo il creatore di Sherlock, il longevo show sci-fi dovrebbe raccontare solo “storie individuali”. Che cosa significa tutto ciò?
“In Doctor Who si ha sempre l’impressione che ci siano una gran quantità di tradizioni, ma quando poi lo metti su carta, ti rendi conto che non riesci a riempire neanche una pagina”, ha continuato Steven Moffat a Digital Spy.
“Una delle grandi cose riguardo Doctor Who è che lo spettatore e il Dottore stesso non devono preoccuparsi di una backstory, o di un nome, o di qualsiasi altra ragione per spiegare le cose che lui fa. Perciò il pubblico non deve proprio prendersi il disturbo di ragionarci sopra.” Siamo davvero sicuri che la serie BBC non comprenda un ampio arco narrativo?
E le crepe nel tempo? La frase “il Silenzio cadrà”? E l’ibrido? “Nel corso di Doctor Who abbiamo sempre a che fare con qualcosa di più grande, in termini di lungo arco narrativo”, ha spiegato Moffat. “Ma se conti realmente i minuti che mancano prima che finisca l’episodio, non è poi così lungo. In qualche modo, così magneticamente, la storia che raccontiamo ogni settimana riguarda sempre Doctor Who – è sempre riguardante la storia individuale.”
Peter Capaldi tornerà nei panni di Doctor Who ancora per molto, e intanto gli spettatori possono vederlo in azione nell’episodio speciale di Natale intitolato ‘The Return of Doctor Mysterio’, e Moffat ha spiegato che è un episodio standalone che quindi non ha niente a che vedere con le stagioni passate e future. Lo speciale natalizio andrà in onda il 25 dicembre alle ore 5.45pm (ora inglese) sul canale BBC One. Per quanto riguarda la decima stagione, il pubblico dovrà attendere i primi mesi del 2017 per vedere l’attrice Pearl Mackie nei panni della nuova companion del Dottore, Bill Potts.