Nalbero ferraglia bella come la Tour Eiffel

Un rottame blasfemo, una meraviglia architettonica. Continua a far discutere Nalbero a Napoli. E' il destino delle opere contemporanee in un paese che sembra aver perso il coraggio di osare le novità anche a Natale.

Nalbero attira turisti

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Un ammasso di ferraglia simbolo di Napoli. Come la Tour Eiffel di Parigi. All’0mbra del Vesuvio continuano ad infuriare le polemiche su Nalbero la maxi-struttura che dalla Rotonda Diaz domina il Golfo di Napoli: come un pugno nell’occhio insopportabile, sostengono i detrattori; come un potente attrattore difendono gli estimatori di Nalbero (leggi di più).

E’ una vivace discussione nella quale intervengono esperti di paesaggio, pubblici amministratori, artisti, turisti e cittadini. E francamente sono felice che in una Capitale come Napoli si torni a discutere dell’impatto di nuove opere, come Nalbero, sul profilo urbanistico e paesaggistico delle città. L’Italia è un paese meraviglioso nel quale però in campo urbanistico non si riesce più ad osare. Non si coglie il gusto delle sfida tecnologica ed estetica insita nella costruzione di opere anche provvisorie come Nalbero.

Fatte le dovute proporzioni storiche e tecniche, le polemiche su Nalbero ricordano quelle che hanno accompagnato la costruzione della Tour Eiffel a Parigi inaugurata nel 1889. “Uno scheletro ferroso”,  “un candelabro striminzito” alcuni degli epiteti che all’epoca furono dedicati alla Tour Eiffel che cominciò a dominare il panorama di Parigi. L’enorme monumento sarebbe dovuto restare in piedi soltanto per il tempo dell’Esposizione Universale celebrando il progresso della tecnica. E’ ancora lì che svetta con i suoi 324 metri d’altezza. E’ diventato il simbolo di Parigi e della Francia, uno dei monumenti più conosciuti al mondo come il Colosseo di Roma o la Statua della Libertà a New York.

Probabilmente Nalbero, per il quale non sono mancati gustosi epiteti in salsa partenopea, non conoscerà lo stesso glorioso destino, ma chi può dirlo? Per intanto cattura l’attenzione visiva ed emotiva come si richiede alle composizioni urbanistiche ed architettoniche contemporanee. Sembra un faro di luce ad alcuni, un bidone ad altri. Bisogna aver il coraggio di osare senza lasciarsi prendere dalla tentazione di non cambiare nulla illudendosi così di preservare l’antica bellezza. Ci vuole rispetto dell’ambiente e della storia, etica della progettazione, ma anche il coraggio di rompere gli schemi e di offrire nuove prospettive come quella mirabile del Golfo che si ammira dalla punta di Nalbero.