La mafia uccide solo d’estate continua a raccontare con eleganza, ironia e sagacia la Palermo dei primi anni ’80 in cui i grandi fatti drammatici della storia d’Italia, nel periodo dell’ascesa di Cosa Nostra in Sicilia, si intrecciano con le vite delle persone comuni tra paure e domande.
I dubbi sono rappresentati soprattutto dalla sete di conoscenza del piccolo protagonista, Salvatore, ossessionato dalla mafia e dalle donne, in cerca di nessi logici e connubi che riesce ad intravedere nonostante la cultura dell’omertà diffusa ad ogni livello della società.
Col terzo episodio in onda il 6 dicembre, la serie ha fatto un passo in avanti nel ritrarre uno scenario in cui la mafia, la politica e l’imprenditoria locale sono strettamente connessi: dalla Democrazia Cristiana di Salvo Lima al clan di Stefano Bontade, La mafia uccide solo d’estate prova a tracciare, seppure con una trama estremamente romanzata, quell’intreccio plastico tra forze politiche, economiche e criminali che ha instaurato negli ultimi quarant’anni quel sodalizio più o meno esplicito su cui ancora oggi si indaga a Palermo nel processo cosiddetto sulla trattativa Stato-Mafia.
Nella quarta puntata in onda martedì 13 dicembre, la mafia entra nella vita dei Giammarresi attraverso la scoperta che Pia ha avuto una relazione con il boss Tommaso Buscetta, ma soprattutto attraverso l’arresto di zio Massimo per presunte collusioni con un criminale.
Ecco la trama del settimo e ottavo episodio de La mafia uccide solo d’estate.
Massimo e Patrizia preparano il loro matrimonio, Pia cerca di capire perchè non è passata di ruolo. Grazie ad Ayala scopre che la graduatoria di accesso alle assegnazioni è stata truccata. Massimo finisce in carcere con l’accusa di essere colluso con un malavitoso. In prigione stringe amicizia con uno dei boss più temuti di Palermo, Tommaso Buscetta, che lo aiuta ad ottenere il permesso di sposarsi in carcere…