L’intervista esclusiva di Red Ronnie a Fidel Castro (video): quando il Comandante mi parlò di musica, di Lennon e del Rock.

Fidel Castro è morto. OM propone in esclusiva un estratto dell'intervista di Red Ronnie ad un inedito Comandante dove i due affrontano il tema della musica e del suo significato.


INTERAZIONI: 517

Fidel Castro – un racconto di Red Ronnie

Da oggi Fidel Castro è davvero volato nell’altra dimensione, quella dove non sono necessarie rivoluzioni perché non ci sono ingiustizie.
Ho conosciuto il Comandante, l’ho incontrato alcune volte e l’ho intervistato per due ore il 6 giugno 2001.
Era l’ultimo grande personaggio che ha fatto la storia. Cuba oggi lo piange. A Miami festeggiano. Tanti lo omaggiano, alcuni lo criticano. Solitamente chi lo attacca non è mai stato a Cuba.
Furono i Nomadi a raccontarmi per la prima volta delle difficoltà di quell’isola causate da un embargo che non permetteva ai bambini neppure di avere quaderni.

Col Roxy Bar lanciammo un appello. Sono andato la prima volta a Cuba nel 1995 con Jovanotti. Tanto gli edifici di L’Avana erano cadenti e sgretolati, tanto i cubani erano fieri e pieni di energia.

In seguito ho deciso di regalare alla TV cubana un montaggio speciale dei miei Roxy Bar. Il programma è andato in onda per 5 anni e ha avuto un successo enorme nell’isola. Ho persino registrato due puntate di Roxy Bar, una a Santiago e una a L’Avana. Ho portato a Cuba anche Articolo 31, Nomadi, Jovanotti, Andrea Griminelli, Edoardo Bennato, Daniele Silvestri, Max Gazzé.

Nel 2001, mentre mi trovo nel salone delle convenzioni, documentando un convegno sullo sviluppo, ricevo un biglietto dove c’é scritto che debbo mettere la giacca per andare a cena con Abel Prieto, mio amico e Ministro della Cultura. Accanto a me c’é Daniele Lorenzi, dirigente ARCI, che fa un sobbalzo:

– Vai a cena da Fidel Castro!
– No, vado con Abel, è scritto qui.
– Ma ti dicono di mettere la giacca! Quando fanno questa richiesta è perché vai a palazzo dal Comandante.

Incredulo, mi rendo conto che non ho nessuna giacca, così la chiedo a un altro amico a Cuba con me, Dario Ravanelli. Salgo in macchina con Abel Prieto, che mi conferma che stiamo andando davvero a cena a palazzo e che non me lo potevano anticipare per questioni di sicurezza. Poi mi dice:

– Io ti porto lì. Se vuoi un’intervista con Fidel te la devi conquistare tu!
Mi ritrovo assieme ad altri personaggi, come Rigoberta Menchù (Nobel per la pace), registi sudamericani e lo scrittore Gabriel Garcia Marquez. Dopo i convenevoli e le presentazioni, servono l’aperitivo. Prendo un succo d’arancia e mi avvicino a Fidel.

– Comandante il mio programma Roxy Bar va in onda nella TV cubana.
– Sì, lo so. Ma te lo rubiamo o ce lo dai tu?

(a Cuba, visto l’embargo, ignorano i diritti d’autore e trasmettono soprattutto film che registrano dalle altre TV senza chiedere permessi).
– No Comandante, non solo lo regalo ma preparo uno speciale montaggio per Cuba.
– Allora ti siamo debitori. Cosa posso fare per te?
– Mi piacerebbe intervistarla.
– Ma io non sono un esperto di musica!
– No, però lei ne sa parecchio della cultura. A me questo interessa.
– Quando torni in Italia?
– Dopodomani, Comandante.
– Allora dobbiamo fare domani, se riesco. Io parlerò al Palazzo delle Convenzioni alle 18:00. Potremmo fare alle 19:00. Ma non ho molto tempo perché alle 20:00 ho un incontro con ambasciatore e ministri del Cile.

Poi chiama il suo collaboratore e gli dà istruzioni per il giorno dopo.
Il 6 giugno 2001 entro nel Palazzo delle Convenzioni parecchio eccitato. Ci chiamano subito al primo piano per preparare il set. Lorenzo, il cameraman, non capisce nulla. È un sostenitore di Cuba e fan di Fidel e non gli sembra vero di poterlo inquadrare mentre lo intervisto.
Noi siamo pronti e in un televisore abbiamo la diretta del suo discorso nel salone sottostante… che si protrae. Alle 21:30 sta ancora parlando e sono certo che non farà più l’intervista con me, visto che lo aspettano i Ministri del Cile ormai dalle 20:00.
Invece, alle 22:00, si apre la porta e Fidel entra. Dopo il saluto mi chiede:

– Quanto dura il tuo programma?
– Due ore Comandante.
– Ma io non posso rimanere due ore. Sono già in ritardo con gli altri appuntamenti!
– Lo so. Ma io le faccio solo tre domande.

La mia prima domanda è sul perché lui abbia inaugurato una statua di John Lennon e sia andato al concerto dei Manic Street Preachers

Io ho rispettato l’impegno, lui no. Le mie tre domande hanno avuto risposte e interazioni per due ore. Alla fine si è trattenuto anche per firmare autografi e dediche. Anche a Lorenzo, che per avvicinarsi a Fidel ha impallato la sua stessa telecamera andando davanti all’obiettivo. A me ha scritto:

“A Red Ronnie in nome di un’amicizia nata in pochi minuti”.

P.S. Quando tornai in Italia con due ore di intervista video a Fidel Castro, non avendo più Roxy Bar, provai di mandarla in onda da qualche parte. La proposi anche u un TG, ma il direttore mi disse: ‘Red, Fidel non interessa a nessuno, solo a Gianni Minà. Ma c’ha ffatto Fidel?’.
Alla frase in romanesco “C’ha ffatto Fidel?” ho capito che avrei continuato a fare da solo la mia televisione, e così è stato, fino a dieci anni dopo, quando nel dicembre 2011 ho creato Roxy Bar Tv sul web.
L’intervista integrale di 2 ore con Fidel Castro è ancora inedita e giace nel mio archivio in attesa che qualcuno mi dica che Fidel ha fatto tante cose, e che è giusto ascoltare cosa pensava sulla cultura, sulla musica e sulla sua isola.