Il più grande sogno – riscatto e speranza nella all’ombra del Colosseo

Un film che racconta una volontà di risollevarsi da parte di un ex detenuto. Il più grande sogno ci racconta di periferia, errori e speranza: quella che non può mai mancare. Almeno nei film


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Un lungometraggio che racconta di una sorta di delinquente prestato alla politica. Si lo so: detto così non è per niente originale, ma non è quello che pensate, non fate cattivi pensieri. Anche perché, a parte recentissimi exploit d’oltre oceano, gli esempi non mancherebbero in casa nostra e nemmeno in altri contesti nazionali. Stiamo parlando invece de Il più grande sogno ed è una storia raccontata del regista Michele Vannucci, al suo esordio, che narra le vicende di un piccolo (e per certi versi nobile) delinquente. Vannucci è stato ispirato da una storia vera, ascoltata da lui in prima persona: il protagonista è Mirko, 39 anni e un passato galeotto da dimenticare. Da superare soprattutto.

Mirko vive la periferia di Roma. È la sua periferia: quella che lo ha forgiato, manipolato, ma anche coccolato e cresciuto come un figlio. Una periferia che è come una madre “poco di buono”: una mamma che fa la differenza nel bene e nel male, ma che comunque è sempre presente. Fuori dal carcere Mirko decide di impegnarsi in un qualcosa che porta su binari della collettività e della solidarietà: valori e principi che cominciano ad affascinarlo. L’occasione è la sua elezione come Presidente del comitato di quartiere. In questo Mirko vede una possibilità di rivalsa, per lui e per la sua borgata. Non è semplicemente un’occasione in più: è una sorta di catarsi, un agognato immergersi in un cammino verso la serenità, di cui intravede a malapena il sentiero. Non sa se ci riuscirà e non sa nemmeno come eventualmente gestirlo, ma ci prova e si tuffa con il cuore e con l’anima. In questa avventura Mirko ha un buon complice che è il suo migliore amico Boccione.

Il cast di protagonisti include Alessandro Borghi, che ha lasciato un’ottima impressione con le sue interpretazioni in Suburra e in Non essere cattivo, Mirko Frezza e Marco Giallini.

Il grande sogno ha partecipato in concorso nella sezione Orizzonti, alla 73sima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia. Impatterà il pubblico a livello nazionale dal 1 dicembre in poi, ma prima sarà nei cinema di Roma il 24 novembre. Vedremo se riuscirà a trasmettere la giusta speranza di redenzione. Quella non dovrebbe mancare mai: per tutti, non solo per chi si è fatto “il gabbio”.