The Crown su Netflix non è solo la storia del regno di Elisabetta II, ma un elogio del potere femminile

Su Netflix arriva The Crown una serie che racconta l'ascesa della regina Elisabetta II, narrata con elegante sfarzo e costumi di scena impeccabili.


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Anno 1947: in un periodo in cui il mondo intero è in ripresa dalla disastrosa Seconda Guerra Mondiale, la Polaroid lancia la prima foto istantanea della storia, e in Inghilterra una donna si prepara a salire al trono. The Crown racconta l’ascesa della regina Elisabetta II, narrata con elegante sfarzo, costumi di scena impeccabili e quella dose di sana politica senza cadere nei complicati retroscena di House of Cards. La serie Netflix si distacca anche dalla recentissima Victoria, con Jenna Louise-Coleman, una miniserie che racconta l’ascesa dell’omonima regina.

Storicamente parlando, una donna al potere non è stata mai ben vista dal popolo e dai membri del suo partito. Basti pensare alla deposizione di Jane Grey, spodestata dopo nove giorni da Maria I. Ci vuole il 1558 perché Elisabetta I, “la regina vergine”, salga al trono d’Inghilterra per detenere il suo pieno diritto come unica e incontrastata sovrana. In The Crown, Elisabetta II accetta il suo destino come regnante, scontrandosi con il ferreo Winston Churchill (John Lithgow), suo primo ministro.

A differenza della “sorella” Victoria, dove la regina è una sovrana-bambina, meno viziata della francese Marie Antoinette, ma non incline a svolgere le sue mansioni da regnante, The Crown introduce una donna diversa. Elisabetta II è già matura, contenuta, in un certo senso meno allegra di fronte al suo destino, ma pronta ad abbracciarlo per amore di suo padre. La serie narra la storia del regno attualmente più longevo della Gran Bretagna, ma vuole elogiare il potere femminile in un’epoca in cui l’emancipazione della donna raggiunse quell’apogeo che Virginia Woolf chiama “associazione femminile pacifista”.

The Crown inizia proprio dal concetto di ineguaglianza tra i due sessi. Elisabetta II (interpretata dalla delicata Claire Foy) viene incoronata il 2 giugno 1953, unendosi in matrimonio col principe Filippo di Edimburgo (l’ex Doctor Who Matt Smith), e succedendo l’amato padre Giorgio VI del Regno Unito (Jared Harris). La futura regina promette di “obbedire” al marito, cosa che fa un po’ storcere il naso. Elisabetta però si trattiene, non implode, ma rispetta i suoi impegni. Al contrario, Filippo incarna la vita; trotterella qua e là intorno all’amata consorte, è energico, e fa il buon padre di famiglia. Quasi ci si dimentica che un tempo aveva un Tardis ed era chiamato Doctor Who.

Lo scontro tra uomo-donna è inevitabile in The Crown: Elisabetta II succederà a re Giorgio VI, e mentre gioisce di ciò, Filippo si sente messo in ombra rispetto ai suoi incarichi. Così, costretto ad abbandonare la sua carriera da militare, il re gli dà un nuovo incarico: “Dovrai amare Elisabetta e dovrai prendertene cura”.

Ora, a prima vista The Crown sembrerebbe un period drama a tutti gli effetti, con ottime premesse, abiti di scena adatti (basti guardare la somiglianza dell’abito da sposa indossato dalla Foy con quello reale della regina), c’è però qualcosa che lo distingue dalle serie a stampo storico di cui ne abbiamo già le tasche piene. Innanzitutto The Crown è su Netflix e preannuncia un prodotto di qualità. Dietro la produzione c’è quel (quasi) premio Oscar Stephen David Daldry, che ha già dato un contributo eccellente al cinema con pellicole dal forte impatto emotivo e visivo come The Hours, The Reader e Molto Forte, Incredibilmente Vero.

Abbandonati gli intrighi di House of Cards, la qualità minore di Victoria, The Crown è già a un livello superiore. Del resto, parliamo di una produzione inglese e si sa che “English do it better“. Con una prima stagione di dieci episodi, Netflix metterà al sicuro il suo gioiellino per una seconda stagione? Intanto vi consigliamo di non perderla.