Spalletti batte Sarri, Roma batte Napoli nella sfida per il titolo di anti Juventus. Mister Sarri incassa la prima sconfitta interna in campionato della sua storia a Napoli. Ed il Napoli, privo dell’infortunato Milik, retrocede nelle posizioni del plotone di vertice.
La partita tra Napoli e Roma è stata davvero molto bella. Anche il Napoli ha avuto molto occasioni per segnare ma ha evidenziato anche una serie di limiti preoccupanti per una squadra che ambisca a primeggiare, come il Napoli può e deve, in Italia ed in Europa.
Il Napoli di Sarri è un meccanismo perfetto ma ripetitivo. La qualità del gioco che producono gli uomini di Sarri è forse la migliore del campionato italiano e può reggere il confronto con quella dei club europei più importanti. Però è un gioco che gli avversari hanno ormai imparato a menadito e richiede al tempo stesso un’intensità mozzafiato.
Spalletti ha preso le misure a Sarri e con un paio di accorgimenti tattici ha vinto la sfida delle panchine con la Roma più abile a sfruttare i punti di debolezza del Napoli. Sarri non ha trovato alternative anche perchè la sua filosofia di gioco non prevede alternative di modulo ed impostazione. Molti elementi sono poi apparsi stanchi e poco brillanti in conseguenza di un turnover gestito molto male nonostante l’aumento di qualità della rosa prodotto con il mercato estivo. Il Napoli anche in gare abbordabili come quelle contro il Palermo, il Chievo ed il Bologna ha sempre schierato praticamente la stessa formazione di titolarissimi senza dare possibilità ai nuovi arrivati d’inserirsi nel contesto del gioco.
I nodi vengono al pettine quando il ritmo delle gare cresce d’intensità e difficoltà; purtroppo Sarri ed il Napoli hanno fallito il primo vero big-match della stagione dimostrandosi inferiori ai rivali anche a causa di alcuni errori individuali molto gravi come quello di Koulibaly che ha bissato l’incertezza difensiva di Bergamo. Il Napoli di Sarri resta in corsa in Italia ed in Europa, ma la triviale precisazione alle intemerate parole nel post gara contro l’Atalanta ( la Juventus è d’altra categoria) dimostra che per restare ai vertici c’è ancora tanto da lavorare