Luca Abete contro J-Ax, davvero la sua Maria Salvador cantata a Napoli aiuta alla Camorra?

Duro attacco di Luca Abete a J-Ax che durante un concerto avrebbe indirettamente incentivato i fan di Napoli ad acquistare droga dalla Camorra. Ma è davvero così?

Luca Abete contro J-Ax

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Che J-Ax sia favorevole alla legalizzazione delle droghe leggere non è un mistero. Che alcune delle sue canzoni più famose come Ohi Maria o la più recente Maria Salvador siano degli inni alla marijuana è innegabile. Ma è possibile che il rapper italiano stia diffondendo messaggi pericolosi per il pubblico? Il tema si ripropone ormai ciclicamente.

Di recente è accaduto con la polemica sollevata da Luca Abete: lo showman e inviato di Striscia la Notizia ha assistito al concerto che J-Ax ha tenuto sul Lungomare Caracciolo di Napoli domenica scorsa, in occasione della conclusione dell’evento Napoli Pizza Village. Dopo lo show, pur affermando di essere sempre stato un fan sfegatato di J-Ax, fin dai suoi primissimi album, Abete ha affermato di aver provato fastidio di fronte alla riproposizione di alcuni suoi brani su un palco particolare, in una “terra devastata dalla Camorra“.

Il ragionamento di Abete è il seguente: chi compra la marijuana si affida, nel caso della città partenopea, principalmente alla Camorra, un cancro sociale ed economico per il territorio spesso alla base della fuga dei giovani dalla città. Dunque è possibile che J-Ax e le sue canzoni lascino passare un messaggio che va contro il comune buonsenso? Che alimenti quella Camorra che si cerca di combattere da decenni in una lotta impari tra Stato e organizzazioni criminali? Secondo Luca Abete sì, perché i brani del rapper proposti in quel particolare contesto sociale sarebbero in realtà una sorta di pubblicità gratuita, che va a favorire gli affari di chi opera nelle piazze di spaccio.

Anche se in modo molto diverso, il suo discorso assomiglia molto a quello di chi vede nella serie culto Gomorra, ispirata all’omonimo best seller di Roberto Saviano, una fonte di istigazione alla violenza, tendenzialmente esportatrice di un messaggio subdolo, per cui “Camorra fa cool“. Ma è davvero così?

In realtà J-Ax ha sempre sostenuto che la battaglia per la legalizzazione sia importante proprio per sottrarre alle mafie il mercato delle droghe leggere, così che sia lo Stato e non la criminalità a gestire il consumo lecito di alcune sostanze, come avviene ormai in diversi Stati nel mondo spesso anche in paesi decisamente conservatori. Il suo messaggio, a ben vedere, si fa promotore di un’istanza di legalità. Peraltro, proprio quest’estate, è arrivato in discussione alla Camera dei Deputati il disegno di legge nato dalla raccolta firme dei Radicali Italiani per la legalizzazione delle droghe leggere, dopo un dibattito politico e sociale durato oltre un trentennio.

In collaborazione con Morgan Barraco