I 100 film del 21esimo secolo, per la Bbc il migliore è “Mulholland Drive” di Lynch

La BBC stila la lista dei migliori film degli anni Duemila. Sul podio Lynch, Wong Kar-wai e Paul Thomas Anderson. Molte conferme, dai Coen a Christopher Nolan. E tante assenze: da Eastwood a Iñárritu. Poche le donne. Italia non pervenuta, a parte Paolo Sorrentino.

100 film del 21esimo secolo, per la Bbc il migliore è Mulholland Drive

INTERAZIONI: 97

Mulholland Drive di David Lynch: ecco qual è secondo la redazione cultura della BBC il più bello dei 100 film del 21esimo secolo. La tv britannica ha consultato 177 critici sparsi per tutto il mondo chiedendo loro di stilare la propria personale classifica del meglio di questo giovane secolo (qui ci sono i giudizi espressi da ognuno). Il risultato finale? Una top 100 di indiscutibile qualità, che offre una fotografia sostanzialmente corretta del cinema contemporaneo. E che spinge anche a qualche riflessione su presenze e inevitabili (talvolta discutibili) assenze.

Al primo posto, come dicevamo, un regista che appartiene al secolo precedente, David Lynch: il quale però, con Mulholland Drive e INLAND EMPIRE (non in classifica) ha saputo dare importanti indicazioni al cinema attuale su più libere forme narrative, nelle quali un surrealismo visivo e concettuale tende la coerenza strutturale del racconto fino a slabbrarla, inseguendo altre suggestioni e direzioni (che talvolta, volutamente, non conducono da nessuna parte). Nei film di Lynch si riflettono tendenze proprie del cinema di oggi, di autori che, pur partendo da prospettive diverse, mirano a una narrazione non più lineare, persa in labirinti temporali nei quali stingono le distinzioni tra passato, presente e futuro e viene meno anche l’attendibilità degli accadimenti che si srotolano di fronte agli occhi degli spettatori (si pensi al Christopher Nolan di Memento e Inception, entrambi in classifica, o a Charlie Kaufman, regista di Synecdoche, New York, in classifica, e sceneggiatore di Se mi lasci ti cancello, che ottiene il sesto posto).

Il podio è completato da In the Mood for Love del regista di Hong Kong Wong Kar-wai, estenuata variazione stilistica sul tema del mélo, raffinatissimo esercizio formale che ricapitola e si nutre del passato, testimonianza di un metacinema di sapore postmodernista che ci ricorda come l’intero immaginario non sia altro che una sapiente reinvenzione d’una tradizione (in tale direzione va anche il cinema di Todd Haynes, presente in classifica con due film, Carol e Lontano dal paradiso).

Terzo gradino del podio per Il petroliere di Paul Thomas Anderson. Non sappiamo dire se sia o meno il suo film migliore, ma si tratta indubbiamente di uno dei più grandi autori contemporanei, un artista spericolato che sembra disposto a riscrivere a ogni prova tutto il suo cinema, senza fossilizzarsi su uno stile da replicare ossessivamente. In classifica Anderson ha altre due pellicole, The Master e Inherent Vice. Come lui, con tre film in classifica, ci sono Wes Anderson, magnifico regista proveniente dal circuito indipendente che rispetto al suo quasi omonimo ha la tendenza opposta al congelamento in uno stile riconoscibile persino dal singolo fotogramma; e poi i fratelli Coen, il già citato Christopher Nolan, il maestro austriaco Haneke e il thailandese Apichatpong Weerasethakul. Tutti nomi la cui presenza è incontestabile.

Scorrendo la lista ci sono più conferme che sorprese. Pochi i cineasti delle precedenti generazioni presenti, un solo film per Scorsese e Spielberg, per esempio; e una ben distribuita rappresentanza di cinematografie minori o non occidentali. Ci sono gli iraniani Farhadi e Kiarostami (purtroppo recentemente scomparso e che sarà omaggiato all’imminente festival di Venezia), i taiwanesi Edward Yang e Hou Hsiao-hsien, il rumeno Mungiu (col bellissimo 4 mesi, 3 settimane, 2 giorni), Sissako dalla Mauritania, il franco-tunisino Kechiche, il turco Nuri Bilge Ceylan.

C’è spazio per il cinema più ardito, dall’inesausto sperimentatore ottuagenario Godard, col recente Adieu au langage, alle impegnative sculture temporali dell’ungherese Bela Tarr. Ed è presente anche il cinema d’animazione, cinque film, dalla Pixar a Miyazaki (un lusinghiero quarto posto). C’è anche qualche titolo discutibile: non mi riferisco ad autori che per ragioni di gusto e sensibilità possono non piacere (nel mio caso Von Trier o il Cuarón de I figli degli uomini), ma a film oggettivamente più trascurabili: l’inerte Brooklyn di John Crowley, lo zuccheroso Il favoloso mondo di Amélie, il legnoso dramma civile Spotlight, che nulla dicono sulle tendenze del cinema contemporaneo.

E allora proseguiamo sulle note dolenti: solo nove film diretti da donne, il primo dei quali, Lost in Translation di Sofia Coppola, è al 22esimo posto. Sottorappresentato anche il documentario: c’è lo straordinario The Act of Killing di Joshua Oppenheimer (una delle opere decisive degli anni Duemila), un film di Agnès Varda e poi nient’altro. Mancano, elenco quasi a caso, Frederick Wiseman, Errol Morris, l’italiano Gianfranco Rosi, persino Michael Moore non avrebbe sfigurato in questa lista. E soprattutto Werner Herzog, autore di un dittico, Grizzly Man e L’ignoto spazio profondo, che costituisce una riflessione sul crinale in cui documento e fiction, verità e menzogna si mescolano e confondono, offrendo indicazioni importanti all’arte cinematografica sulla potenza del falso e sulle ambiguità del realismo documentario.

Dov’è l’Italia in questa classifica? Non c’è: l’unico nome presente è il Paolo Sorrentino de La grande bellezza, in 63esima posizione. E questa, assenze immotivate a parte (su tutte Matteo Garrone), è una bocciatura che deve spingere a ragionare sul nostro cinema e sulla sua capacità di raccontare storie non ombelicali. È vero però che siamo in buona compagnia. Perché, volendo citare alla rinfusa, sono tantissime le assenze che lasciano perplessi: Clint Eastwood (almeno Mystic River!) il cinema esemplare e imitatissimo dei fratelli Dardenne (Il figlio è un capolavoro), le visioni complesse, a tratti proibitive ma inaggirabili del russo Aleksandr Sokurov e del filippino Lav Diaz; i ritratti dell’oscuro mondo dell’adolescenza di Gus Van Sant (Elephant e Paranoid Park), il Tim Burton di Big Fish, il rigoroso autore cileno Pablo Larraín.

Non sorprende l’assenza dei film di genere fantastico come Harry Potter e i supereroi (c’è solo Il cavaliere oscuro di Nolan, che però è rubricato come film d’autore), che piacciono sempre poco ai critici. E, sbaglierò, ma mi sembra non ci sia una commedia che è una (a meno di non considerare tali i film di Wes Anderson), a conferma del difficile rapporto dei critici con un genere la cui leggerezza si tende ancora a scambiare per futilità. Chiudiamo con le ultime due caselle vuote: quelle di Alejandro González Iñárritu e Nicolas Winding Refn. Sono due autori che non amo e quindi la loro assenza mi trova d’accordo. Ma oggettivamente è davvero sorprendente.

Ecco la lista completa dei magnifici cento

1 Mulholland Drive (David Lynch, 2001)
2 In the Mood for Love (Wong Kar-wai, 2000)
3 Il petroliere (Paul Thomas Anderson, 2007)
4 La città incantata (Hayao Miyazaki, 2001)
5 Boyhood (Richard Linklater, 2014)
6 Se mi lasci ti cancello (Michel Gondry, 2004)
7 The Tree of Life (Terrence Malick, 2011)
8 Yi Yi: e uno….e due… (Edward Yang, 2000)
9 Una separazione (Asghar Farhadi, 2011)
10 A proposito di Davis (Joel and Ethan Coen, 2013)
10 Non è un paese per vecchi (Joel and Ethan Coen, 2007)
12 I figli degli uomini (Alfonso Cuarón, 2006)
12 Zodiac (David Fincher, 2007)
14 The Act of Killing (Joshua Oppenheimer, 2012)
15 4 mesi, 3 settimane, 2 giorni (Cristian Mungiu, 2007)
16 Holy Motors (Leos Carax, 2012)
17 Il labirinto del fauno (Guillermo Del Toro, 2006)
18 Il nastro bianco (Michael Haneke, 2009)
19 Mad Max: Fury Road (George Miller, 2015)
20 Synecdoche, New York (Charlie Kaufman, 2008)
21 The Grand Budapest Hotel (Wes Anderson, 2014)
22 Niente da nascondere (Michael Haneke, 2005)
22 Lost in Translation (Sofia Coppola, 2003)
24 The Master (Paul Thomas Anderson, 2012)
25 Memento (Christopher Nolan, 2001)
26 La 25esima ora (Spike Lee, 2002)
27 The Social Network (David Fincher, 2010)
28 Parla con lei (Pedro Almodóvar, 2002)
29. WALL-E (Andrew Stanton, 2008)
30 Oldboy (Park Chan-wook, 2003)
31 Margaret (Kenneth Lonergan, 2011)
32 Le vite degli altri (Florian Henckel von Donnersmarck, 2006)
33 Il figlio di Saul (László Nemes, 2015)
33 Il cavaliere oscuro (Christopher Nolan, 2008)
35 La tigre e il dragone (Ang Lee, 2000)
36 Timbuktu (Abderrahmane Sissako, 2014)
37 Lo zio Boonmee che si ricorda le vite precedenti (Apichatpong Weerasethakul, 2010)
38 City of God (Fernando Meirelles and Kátia Lund, 2002)
39 The New World (Terrence Malick, 2005)
39 Brokeback Mountain (Ang Lee, 2005)
41 Inside Out (Pete Docter and Ronnie Del Carmen, 2015)
42 12 anni schiavo (Steve McQueen, 2013)
42 Amour (Michael Haneke, 2012)
42 Melancholia (Lars von Trier, 2011)
45 La vita di Adele (Abdellatif Kechiche, 2013)
45 Copia conforme (Abbas Kiarostami, 2010)
45 Leviathan (Andrey Zvyagintsev, 2014)
48 Brooklyn (John Crowley, 2015)
49 Adieu au langage – Addio al linguaggio (Jean-Luc Godard, 2014)
49. Inception (Christopher Nolan, 2010)
49 The Assassin (Hou Hsiao-hsien, 2015)
52 Tropical Malady (Apichatpong Weerasethakul, 2004)
53 Ida (Paweł Pawlikowski, 2013)
53 Moulin Rouge! (Baz Luhrmann, 2001)
53 C’era una volta in Anatolia (Nuri Bilge Ceylan, 2011)
56 Le armonie di Werckmeister (Bela Tarr and Ágnes Hranitzky, 2000)
56 Zero Dark Thirty (Kathryn Bigelow, 2012)
58 A History of Violence (David Cronenberg, 2005)
58 Inglourious Basterds (Quentin Tarantino and Eli Roth, 2009)
58 Moolaadé (Ousmane Sembene, 2004)
58 Syndromes and a Century (Apichatpong Weerasethakul, 2006)
58 Under the Skin (Jonathan Glazer, 2013)
63 Fish Tank (Andrea Arnold, 2009)
63 La grande bellezza (Paolo Sorrentino, 2013)
63 Il cavallo di Torino (Bela Tarr and Ágnes Hranitzky, 2011)
66 Primavera, estate, autunno, inverno… e ancora primavera (Kim Ki-duk, 2003)
66 The Hurt Locker (Kathryn Bigelow, 2008)
68 Carol (Todd Haynes, 2015)
68 I Tenenbaum (Wes Anderson, 2001)
70 Stories We Tell (Sarah Polley, 2012)
70 Tabu (Miguel Gomes, 2012)
72 Before Sunset – Prima del tramonto (Richard Linklater, 2004)
72 Solo gli amanti sopravvivono (Jim Jarmusch, 2013)
74 Spring Breakers – Una vacanza da sballo (Harmony Korine, 2012)
75 Dogville (Lars von Trier, 2003)
75 Inherent Vice (Paul Thomas Anderson, 2014)
75 Lo scafandro e la farfalla (Julian Schnabel, 2007)
78 Almost Famous (Cameron Crowe, 2000)
78 Il ritorno (Andrey Zvyagintsev, 2003)
78 The Wolf of Wall Street (Martin Scorsese, 2013)
81 Il profeta (Jacques Audiard, 2009)
81 A Serious Man (Joel and Ethan Coen, 2009)
81 A.I. Intelligenza artificiale (Steven Spielberg, 2001)
81 Her (Spike Jonze, 2013)
81 Shame (Steve McQueen, 2011)
86 Il favoloso mondo di Amélie (Jean-Pierre Jeunet, 2001)
86 Lontano dal paradiso (Todd Haynes, 2002)
88 Spotlight (Tom McCarthy, 2015)
89 La mujer sin cabeza (Lucrecia Martel, 2008)
90 Alla ricerca di Nemo (Andrew Stanton, 2003)
90 Lasciami entrare (Tomas Alfredson, 2008)
90 Moonrise Kingdom (Wes Anderson, 2012)
90 Ratatouille (Brad Bird and Jan Pinkava, 2007)
90 L’assassinio di Jesse James per mano del codardo Robert Ford (Andrew Dominik, 2007)
90 Il pianista (Roman Polanski, 2002)
90 Il segreto dei suoi occhi (Juan José Campanella, 2009)
97 Dieci (Abbas Kiarostami, 2002)
97 Les glaneurs et la glaneuse (Agnès Varda, 2000)
97 White Material (Claire Denis, 2009)
100 Carlos (Olivier Assayas, 2010)
100 Requiem for a Dream (Darren Aronofsky, 2000)
100 Toni Erdmann (Maren Ade, 2016)