Domenico De Masi al Giffoni Film Festival: «I napoletani sopravvalutano la propria creatività»

Il sociologo ha partecipato alla round table sulle industrie creative


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Domenico De Masi - Giffoni 2016

«Noi napoletani siamo prevalentemente fantasiosi ma abbiamo un deficit di razionalità. Questo comporta una mancanza di capacità organizzativa e questo è il nostro grandissimo problema: iniziamo delle attività non riusciamo a portarle poi a termine perché di mezzo c’è l’organizzazione. Il nostro deficit organizzativo pesa su tutti i nostri fallimenti». A parlare è il sociologo Domenico De Masi al Giffoni Film Festival per una round table sulle industrie creative. Come ha già fatto in passato, anche stavolta ha espresso la sua opinione su Napoli e i napoletani e soprattutto sui problemi che ne bloccano un completo sviluppo e una valorizzazione del territorio.

«Sicuramente c’è un problema di sopravvalutazione della creatività. Negli ultimi duecento anni sono state inventate cose come gli antibiotici o i microprocessori e nessuna di esse è stata inventata a Napoli. Noi indugiamo sulla pizza o sul caffè, cose di quart’ordine rispetto all’immensa creatività del 20esimo secolo e di questo scorcio del 21esimo». La creatività è stata al centro della giornata alla Ramiera organizzata in collaborazione con il British Council per discutere della costruzione di un network che favorisca il reperimento di fondi europei e sponsor. «Le industrie creative sono gruppi creativi. La creatività a sua volta è una sintesi di fantasia e concretezza. Un’industria creativa funziona bene se riesce a mettere insieme grandi fantasiosi con grandi concreti».

Un’occasione unica a cui De Masi ha dato il suo contributo con un’analisi tecnica e basata sulle conoscenze del proprio settore di provenienza. Logicamente non è mancato anche l’analisi del caso Giffoni a cui il sociologo ha paragonato un altro caso straordinario della storia in materia di raccolta di talenti. «Non esistono luoghi dove c’è una prevalenza di cretini o di geni. Esistono però degli addensamenti che noi sociologi non sappiamo spiegare. Per esempio nell’Atene di Pericle c’erano 40mila uomini liberi e tra questi almeno 10mila erano geni e tra loro c’erano un certo Socrate, un certo Platone ed un certo Aristotele».

Alla tavola rotonda hanno partecipato anche molti altri player attivi in tema di creatività. Si tratta di Fabio Borghese, founder Creactivitas – Laboratorio di economia creativa, Lynsey Smith, Arts Programme Specialist Europe, Stephen Benians, Director Programmes and Partnerships Italy, del British Council; Andrea Coluccia, creative Europe desk media Italia; Rosario Mattera, presidente Malazè; Fabio Mazzeo, presidente Fondazione Exclusiva; Pier Luigi Sacco, docente di Economia della cultura della Iulm; Giorgia Turchetto, cultural manager Fondazione Torino Musei; Christian Zegna, co-founder Socializers, Social Media Agency accelerata in SellaLab.