Parliamo di pregiudizi. Anzi, accenniamone, perché andare in profondità ad una simile tematica è pressoché impossibile con un semplice post. Ma lo spunto per questa volta viene dalla notizia che annuncia l’ottimo (e per quanto mi riguarda, in un certo senso, sottovalutato) Owen Wilson come ultima new entry che andrà ad affiancare Julia Roberts nel film Wonder. Una pellicola dove il concetto di pregiudizio sarà sbattuto in faccia agli spettatori. Sbattuto. Non accennato; perché qui si parlerà di pregiudizi nei confronti di un bambino, e la cosa aggiunge sicuramente peso, con le sembianze di un aggravante al concetto stesso.
Wonder è infatti una storia (adattamento del romanzo omonimo di R.J. Palacio) che vede protagonista August (Auggie) Pullman, un bambino affetto da una deformità al viso (causatagli da Sindrome di Treacher Collins). Il suo aspetto gli crea non pochi problemi per la sua vita sociale, soprattutto a scuola, dove si appresta ad iniziare il suo quinto anno di frequenza, dopo aver ricevuto la propria istruzione elementare a casa. Ma il fatto è che la presunta stranezza di Auggie è dovuta unicamente al suo aspetto estetico e null’altro: il bambino è sotto ogni altro punto di vista sano, e non soffre di alcuna menomazione. Ma questo non sarà facile farlo capire ai suoi coetanei. E nemmeno ad alcuni adulti.
Wonder è quindi una pellicola che riassume in un episodio, una storia, ciò di cui si è spesso partecipi nella vita di ogni giorno, di ognuno di noi. L’esasperazione dell’aspetto fisico che, se non corrispondente a determinati canoni somministratici, può risultare causa di sofferenza e disagio. Non è certo un argomento nuovo, ma l’estremizzare modelli di riferimento, che fra l’altro hanno maggiormente presa presso una platea di giovane età, di sicuro può causare conseguenze anche gravi in talune circostanze. La verità è che, al di là di inevitabili e talvolta inconsce ipocrisie, educare al bello è sicuramente giusto (anche se opinabile il concetto stesso); ma educare al bello non visibile dovrebbe essere complementare.
La cosa porterebbe di conseguenza a smorzare certe accelerazioni, certe univocità di vedute verso ideali inaspriti e truffaldini: truffaldini perché non facilmente perseguibili, e perché non imprescindibili per la sopravvivenza stessa. Insomma se questa estate, per esempio, in spiaggia vi sentirete a disagio per qualche chilo in più, pazienza: pensate che sono grammi di felicità sbattuti in faccia al conformismo e alle mentalità grasse con la cellulite al cervello, per capirci.
Wonder in un certo senso contribuirà ad andare in questa giusta direzione; Julia Roberts e Owen Wilson ci daranno qualche spunto in più, insieme a Room Jacob Tremblay nel ruolo del protagonista. Certo, è solo un film; ma la realtà del pregiudizio c’è, con tutta la sua drammatica assurdità.