The Count – Il Conte di Montecristo rivive ai giorni nostri

La Warner annuncia di lavorare ad una versione cinematografica del capolavoro di Alexandre Dumas. Il conte di Montecristo rivivrà in una pellicola ambientata nella criminalità dei giorni attuali. Tentativo coraggioso di attingere ad una storia immensa, presupposto di una sceneggiatura dal potenziale enorme


INTERAZIONI: 7

Ci sono storie che riescono a conservare un’attualità ed un fascino senza timore del tempo che passa. Si parla di capolavori ovviamente, di racconti che, incuranti delle mode del tempo, riescono comunque ad attrarre l’attenzione dei lettori. Sì, dei lettori. Ma degli spettatori?

Stiamo parlando, come anticipato dal titolo, de Il Conte di Montecristo, opera di Alexandre Dumas che ha fatto innamorare platee sterminate di lettori. E questo fin dalla sua prima apparizione (la stesura fu completata nel 1844, le sue prime pubblicazioni furono nei due anni successivi, in 18 parti).

Ora la notizia è che questo romanzo diventerà presto un film dal sapore diverso da quanto già trasposto in passato e di cui si prenderanno cura Warner Bros. Pictures e Safehouse Pictures con la regia di William Eubank (The Signal).
La storia che sarà raccontata sarà tratta da una sceneggiatura di cui si sta occupando al momento Joe Pokaski, ma la grossa novità consiste nel fatto che il racconto sarà ambientato nel mondo della criminalità, ai giorni nostri. Avrà un taglio moderno insomma. Sarà in un certo senso un adattamento che al momento porta il nome di Count.

Cosa aspettarsi? È indubbiamente prematuro avanzare congetture, ipotesi, aspettative. Se da una parte c’è l’altisonanza della Warner a fare da “presunta” garante sulla riuscita del prodotto finale, dall’altra c’è la grossa apertura di credito che si farebbe al regista William Eubank: 33 anni, si è fatto notare con il suo film di fantascienza The Signal presentato al Sundance festival del 2014, ma non è indubbiamente un uomo di esperienza. Il che non è detto che possa essere indicato come un difetto, una mancanza. Non fosse altro per il fatto che sicuramente ci sono, nella storia, tutti gli elementi per trarne un lungometraggio di degna caratura; il fatto poi che il tutto sia ambientato ai giorni nostri, anche se fa storcere il naso ai “puristi”, potrebbe invece risultare una variabile vincente. Ma al di là ogni ragionevole timore che può aggrapparsi alla riuscita di questo progetto, più che altro preme sapere quanto delle emotività di cui è abbondantemente messaggero il romanzo, saranno mantenute ai livelli alti che conosciamo.

Provo a spiegarmi meglio: l’eccezionale bellezza della storia, di cui tutti ne danno atto, deriva anche dal fatto che attraverso le vicissitudini dei protagonisti si rivivono un’ampia gamma di stati d’animo; più o meno la totalità dei sentimenti che ogni essere umano può avvertire durante la propria vita. E queste emozioni sono tutte irradiate in episodi più o meno specifici che vanno a tessere la trama completa. C’è il momento in cui monterà una rabbia enorme, quello in cui si coverà la vendetta, quello del perdono, della compassione, della gioia, della tristezza e così via. Sembra una banalità, ma non è così: non è facile trovare una storia che vi trasmetta come una sorta di osmosi tutta una serie di emozioni vive, con la complicità di una scrittura elevata al di sopra della normale prosa e il contagio di un patos dettato dall’intreccio originale e avvincente della trama.

Ecco, tutto questo più o meno è Il Conte di Montecristo: una lettura che dovrebbero fare tutti, anche nelle scuole. Se solo questo progetto cinematografico riuscirà ad eguagliarne il 50% della sua bellezza, sicuramente ci troveremo dinanzi ad un successo indiscutibile. Speriamo bene.