Era d’estate – la solitudine di due eroi italiani

Falcone e Borsellino all’Asinara: un periodo carico di significati e di svolte decisive per i due magistrati. Un periodo cruciale durante il quale il senso del dovere si trovò a combattere contro la tentazione di facili vie di uscita e vinse. Era d’estate; di lì a poco sopraggiunse un lungo inverno per tutti noi.


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Che valore ha l’onestà? E cosa vuol dire sentirsi Italiani? Che cos’è un concetto di identità collettiva? Rabbia. Memoria. Perseveranza nei propri ideali. E ancora rabbia, tanta rabbia e voglia di verità. Una serie di pensieri istintivi, immediati, dettati da una sorta di fervore di cui non si riesce nemmeno a mettere perfettamente a fuoco l’origine. Più o meno queste le prime sensazioni che potrebbero sopraggiungere nel vedere e nel ricordare ciò di cui si parla. E nell’ostinarsi a non dimenticare. Ma a cosa serve poi non dimenticare se ci si sente trascinati giù da un sentimento di nichilismo? Serve, serve. È anche questa la direzione in cui volge lo sguardo Era d’estate: Falcone e Borsellino all’Asinara, un film che ci racconta di un periodo particolare dei due magistrati. Un periodo particolare, intimo e meno conosciuto. Sono i giorni in cui i due magistrati sono allertati riguardo la possibilità di un imminente attentato nei loro confronti. Anno del Signore, 1985.

Qualche giorno prima una nefasta successione di omicidi nei confronti di altri tutori della legge (il commissario Beppe Montana, il vice questore Ninni Cassarà, l’agente Roberto Antiochia). Della minaccia, concreta, se ne viene a conoscenza in seguito ad un’intercettazione ambientale all’Ucciardone. La soluzione viene presa di lì a poco: si decide per una sorta di “dolce” e forzato esilio di Falcone e Borsellino. In Sardegna, sull’isola dell’Asinara. Con famiglia a seguito, nonostante l’incanto del luogo, la vita non è per nulla semplice e i momenti di smarrimento ci sono tutti, soprattutto per alcuni familiari. Si aspetta, con l’angoscia a colazione, servita anche a pranzo e a cena. Ci si angoscia ma non ci si arrende, nell’attesa che arrivino importanti documenti per continuare la stesura dell’ordinanza-sentenza del maxi processo. E i documenti alla fine arrivano: il risultato è un maxi processo che riesce ad infliggere 360 condanne per complessivi 2665 anni di carcere e undici miliardi e mezzo di lire di multe da pagare. Nel frattempo arriva anche il cessato pericolo, con il ritorno a Palermo. Ma la realtà è purtroppo diversa, sommersa, strisciante e ambigua. La dimostrazione c’è qualche tempo dopo: l’anno del Signore 1992 arriva col suo carico di morte e le sue immagini indelebilmente scolpite nella nostra memoria.

Ad interpretare i ruoli di Falcone e Borsellino ci sono rispettivamente Massimo Popolizio e Giuseppe Fiorello. Il cast diretto da Fiorella Infascelli comprende anche Valeria Solarino e Claudia Potenza, nel ruolo di Francesca Morvillo e Agnese Borsellino.

Era d’estate sarà nelle sale cinematografiche il 23 e 24 maggio 2016. È un piccolo contributo alla memoria. Una memoria sempre più affollata di esempi positivi e sempre più alla ricerca spasmodica e necessariamente vitale di corrispondenza con l’attualità. C’è acrinomia, c’è rabbia, c’è senso di solitudine, ma non bisogna mollare: è il solenne e autorevole lascito di questi due magistrati. Nonostante tutto. Perché se è vero che “La disperazione più grave che possa impadronirsi d’una società è il dubbio che vivere rettamente sia inutile” (Corrado Alvaro), è vitale radunare i ricordi; quelli positivi e quelli negativi. Ricordi tenuti sempre vivi come esempi inossidabili al tempo: perché Falcone e Borsellino hanno mostrato cosa è bene e cosa è male. E il male va evitato. Sempre.

Trailer e poster a seguire.