1° maggio 2016 in memoria di Giulio Regeni: intervista al nostro Optima Erasmus Student Dario Rizzo

Lavoro, carriera, sogni e fuga dei cervelli: la parola a Dario, studente Optima Erasmus presso l'Università di Reading UK.


INTERAZIONI: 12

Ieri il concertone deI 1°maggio si è aperto in memoria di Giulio Regeni, il giovane ricercatore barbaramente torturato e ucciso in Egitto. Regeni era uno dei tanti ragazzi che era andato all’estero per svolgere la sua attività di ricerca. Cosa pensi dei giovani che fanno questa scelta?

La storia di Giulio è qualcosa che ha scosso tutti. Una pagina strappata all’interno di un libro. Credo che questo libro però vada aperto, letto, fatto vedere con orgoglio. Oggigiorno non si può pensare di restare nella propria città o paese per paura del male che c’è nel mondo. Il costo di una decisione del genere sarebbe dover convivere tutti i giorni con le proprie ambizioni e idee soffocandole nella realtà. Ognuno di noi ha il diritto di scrivere la propria pagina di quel libro con colori e lingua a sua scelta.

Cosa pensi della fuga dei cervelli? Credi che in assenza di alternative sia giusto andare via dal proprio paese o meglio lottare per restare?

Io sono sempre più convinto del fatto che per crescere e maturare sia personalmente che professionalmente ogni giovane debba a tutti i costi trovare il modo ed il tempo di andare all’estero, viaggiare, vivere in un posto che non sia casa. Solo così si può diventare cittadini del mondo, apprezzando anche di più e non sminuendo quello che si ha. Restare per lottare affinché quello in cui si crede venga realizzato o raggiunto è anche essa una prova di maturità e forza. Che sia all’estero o in Italia credo che ognuno debba svegliarsi la mattina fiero di se stesso ma mai soddisfatto completamente, in modo tale da poter sempre migliorare.

Credi che sia più giusto fare un’esperienza all’estero e poi ritornare in patria?

Sarò controtendenza, ma io amo l’Italia e gli italiani. I problemi ci sono come del resto ovunque, ma sappiamo bene che lamentarsi non serve a nulla. All’estero o in patria, bisogna agire. Io ho avuto negli ultimi anni la fortuna di conoscere tante persone provenienti da ogni parte del mondo ed anche la possibilità di studiare all’estero. Queste esperienze mi hanno aperto sempre di più gli orizzonti pensando al mondo come casa. Se in futuro dovessi trovare un’occupazione all’estero accetterei senza dubbio e se poi nel tempo mi si presentasse la possibilità di tornare in Italia, o anche nella mia regione o provincia, lo farei immediatamente solo se potessi essere utile al mio paese.

Che valore ha per te questa festa in un momento di crisi economica come quella attuale?

Credo che il lavoro sia un diritto dell’uomo ed in quanto tale debba essere sempre difeso. Ieri, domani, oggi quando si parla di diritti ogni lotta è importante perché può sempre riguardare sia un nonno che un nipote. Una piccola conquista oggi potrebbe essere una salvezza per domani. È giusto quindi fare festa, cantare a voce alta i propri diritti, denunciare i problemi e contare le percentuali che fotografano la situazione del nostro paese. Io credo nel futuro e nella presenza di accessibilità al mondo del lavoro. Cerco di fare più esperienze possibili come giovane e come studente per poter poi non solo trovare un lavoro qualsiasi, ma quello per cui sto studiando e vivendo.

Hai qualche ricordo legato al 1° maggio? Sei mai andato al concerto o hai mai partecipato a qualche manifestazione?

Il 1° maggio per me è stato sempre un giorno di festa, famiglia e tradizione. Non sono mai stato al concerto di Roma ma l’ho spesso visto in televisione. Fin da piccolo, ogni anno, con i miei genitori, si andava a Diso, un piccolo paesino vicino al mio (Surano), in cui si festeggiano i Santi Filippo e Giacomo. Oltre alla nostra grande devozione religiosa ai “Santi di Diso” (così vengono chiamati da noi locali), si usava sempre organizzare picnic con gli amici e poi gustarsi in serata lo spettacolo pirotecnico e soprattutto quello delle luminarie, per cui giungono turisti da tutta Italia e non solo. Tutto ciò fino a 19 anni, poiché da quando sono a Siena le 24 ore di andata e ritorno in bus mi separano da tutto ciò. Rimedio però con barbecue, amici e relax.

Come hai festeggiato il tuo 1° maggio da Optima Erasmus Students?

Ho “festeggiato” il 1° maggio a Reading preparando il video per il contest di Optima Erasmus con qualche problema che mi ha portato a non passare il più spensierato dei giorni. In ogni caso è stata anche questa un’occasione per stare insieme agli amici, poiché anche nelle disavventure guardo sempre l’aspetto aggregativo delle cose. Ho vissuto a distanza e con nostalgia anche i barbecue in campagna e le passeggiate al mare dei miei amici a Lecce ed a Siena.

Gli inglesi invece come lo hanno fatto?

Sono sempre molto curioso di capire se nel mondo le festività vengono celebrate in modi differenti o nella stessa maniera ovunque. Essendo in Inghilterra, già qualche giorno fa mi ero documentato sul 1° maggio ed ho scoperto che qui si parla di Bank Holidays. Con questa espressione si indicano i giorni in cui le banche, come anche tutti gli altri lavori non essenziali (polizia, medici, ecc), si interrompono senza negare però la retribuzione di quella giornata ai lavoratori. In passato il 1° maggio rientrava tra questi giorni, ora invece il May Day Bank Holiday si festeggia il primo lunedì di maggio. Per il resto è costume anche qui festeggiare rilassandosi a casa o fuori porta con famiglia ed amici.