Snowden – la libertà secondo Oliver Stone. Ma io un’idea ce l’avevo già.

Eroico o traditore? Su Edward Snowden le polemiche non si sono mai sopite e con l’arrivo della pellicola di Stone sicuramente sono destinate a rinfocolarsi. Snowden ci racconterà di come un anonimo agente dell’agenzia di sicurezza più importante del mondo (?) sia riuscito a scoprire luci e ombre (tante) sul controllo operato dagli USA sulle vite dei cittadini. Nessuno escluso.


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Chiariamo una cosa: a parlare di libertà si rischia di finire con il rimanere ingabbiati in una sorta di spazio filosofico politico, nel quale non sempre è facile orientarsi. Del concetto spesso se ne sono riempite le bocche personaggi tutt’altro che affini agli ideali stessi; parlare di libertà in certi contesti, abbiano essi confini letterari, geografici o economici, risulta talvolta non semplice. Ci sono però, per fortuna, oggettivi parametri riconoscibili, al di là dei quali si riconosce se si sconfina in un senso o nell’altro. Snowden ce ne racconta qualcosa in proposito.

La storia, per quei pochi che ancora non la conoscessero, è tratta da reali avvenimenti che ruotano intorno la figura di Edward Snowden, ex militare, ex agente della NSA. Sua la scoperta di come la stessa agenzia statunitense sia riuscita ad avere il controllo totale ed illegale sulle informazioni (e quindi sulla vita privata) di gran parte della popolazione mondiale. Il tutto, manco a dirlo, attuato in una logica di prevenzione del terrorismo ed altro, atto a contrastare una certa politica statunitense. Ufficiale e non. Il regista che ha trasposto questa storia sul grande schermo è Oliver Stone e già questo è sinonimo di un certo modo di vedere le cose; Stone non si fa certo pregare quando si tratta di denunciare certi atteggiamenti targati USA.

Disciplina. Interesse e ragione di stato. Sicurezza contro un nemico che si crede, e in parte è così, possa annidarsi ovunque. Queste sono sicuramente parte delle premesse che hanno visto nascere e crescere questo caso mondiale. Edward Snowden ha dovuto decidere, ad un certo punto, se continuare a seguire le ragioni di stato che imponevano un certo rigore sul suo operato segreto o seguire quelle di una certa logica, legata a certi principi che perdurano da tempo, anche se mutevoli nella loro forma. E quindi torniamo al concetto di libertà. In questo caso appunto libertà negata in nome di un interesse superiore. Snowden nel frattempo è diventato uno degli uomini più ricercati dal governo federale degli Stati Uniti. Ma la domanda, una delle domande da porsi, è quella che ci fa interrogare proprio su questi famosi, mutevoli e spesso invisibili confini che tracciano il limite tra ragione di stato, interesse superiore, e quelle che, nella migliore delle ipotesi, potremmo definire “prevaricazioni” illegali (però legittime?!).

Il recente tragico caso di Giulio Regeni forse è solo uno degli ultimi a ricordarci quali crudeli risvolti possano esserci dietro apparenti leggerezze commesse all’insegna di un superiore interesse collettivo; sì, lo so, magari qualcuno storcerà il naso di fronte a questo paragone: apparentemente improponibile, del tutto fuori luogo. Però forse, a ben guardare, al di là delle innegabili differenze, una base comune di partenza fra i due casi c’è: quella fatidica ragion di stato di cui sopra…

Fatevi la vostra idea. Io la mia già me la sono fatta; anche prima di Snowden. Anche prima di Regeni. Certe verità davvero sono incontrollabili; prima o poi vengono fuori, o almeno, se ne percepisce la presenza. Nonostante tutto. Il protagonista di Snowden è Joseph Gordon-Levitt.

Il film di Oliver Stone esordirà a settembre negli USA. In Italia dovrebbe arrivare a fine anno, ma nel frattempo potrebbe essere presentato al prossimo Festival di Venezia. C’è il trailer in lingua originale

Trailer:
https://youtu.be/QlSAiI3xMh4