Brennero, l’Austria fa bene a chiudere frontiera

L'Austria alza una barriera per difendersi. L'Unione europea è incapace di gestire l'emergenza migrazione tra proclami buonisti ed ideologici per l'accoglienza indiscriminata e tentativi di scaricare il problema suoi paesi di frontiera

Cristo si è fermato al Brennero

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Il Brennero torna ad essere una frontiera. L’Austria ha deciso di blindare il Brennero per tentare di arginare il flusso incontrollato di migranti. Tra Roma, Vienna e l’Unione europea è cominciata una dura battaglia politica e diplomatica a suon di cifre e passaporti. Intanto la tensione allo storico valico alpino sale con il trascorrere delle ore( leggi di più).

Un Brennero blindato sarebbe un danno gravissimo per le attività economiche, produttive e turistiche dell’intero continente; non solo dunque dell’Austria e dell’Italia. La prospettiva di controlli lunghi, minuziosi ed estenuanti potrebbe modificare rotte commerciali ed economiche. Ma l’aspetto certamente che più inquieta è quello simbolico: il Brennero è una sorta d’ombelico d’Europa, un luogo peculiare dell’integrazione raggiunta dopo secoli di lotte feroci per il suo controllo.

Ho un’età di vita che mi permette di ricordare quando per attraversare il Brennero dovevi metterti in fila con il tuo passaporto e perdere tante ore, insieme alla pazienza. Con la libera circolazione di cose e personale nell’Unione europea ho cominciato a lasciare il passaporto a casa. L’idea di doverlo rimettere in valigia per attraversare il Brennero m’inquieta e pensavo non mi sarebbe mai più capitato durante la vita. Chiudere il Brennero significa chiudere l’Europa ma non agli “stranieri” bensì agli stessi europei che faranno sempre più fatica a comprendere un’unione che sembra esser ormai diventata soltanto un affare per speculatori finanziari e burocrati.

 

Non mi sento però di condannare l’Austria per la sua decisione. Cerca, chiudendo il Brennero, di difendere il suo territorio ed il suo stile di vita dall’incapacità strutturale dell’Unione europea di affrontare in modo globale ed efficace il problema dei migranti, dei profughi e dei rifugiati. Bruxelles cerca di scaricare sui paesi di frontiera ( Grecia, Italia) il problema ottenendo il solo risultato di aggravare la situazione umanitaria e le tensioni sociali, facendo crollare la fiducia stessa nell’Unione.

Non si possono lanciare generici proclami all’accoglienza. Bisogna distinguere tra chi fugge dalla guerra e dalla fame e chi vuole delinquere o peggio militare contro gli europei. Ma non si può farlo ammassando umanità alle frontiere o al Brennero. Bisogna creare delle zone libere sotto l’egida dell’Onu e dell’Unione europea in Medio Oriente e Nord Africa dove offrire protezione e sicurezza vagliando le varie richieste d’asilo ed immigrazione.