Ennio Morricone vince la statuetta per la miglior colonna sonora con la partitura di The Hateful Eight, l’ultimo film di Quentin Tarantino. E grazie a lui anche gli Oscar 2016 parlano un po’ italiano. Era un premio annunciato: addirittura i bookmakers lo davano a 1,12, praticamente inavvicinabile per i contendenti. Che pure erano nomi di tutto rispetto: il grande John Williams per Star Wars. Il risveglio della forza, l’unico a cui era concessa qualche speranza, e poi Thomas Newman de Il ponte delle spie, Carter Burwell (Carol) e Jóhann Jóhannsson (Sicario).
Insomma è una trasferta trionfale per Ennio Morricone, che già ieri era stato omaggiato con una stella sulla Walk of Fame dell’Hollywood Boulevard, accompagnato proprio dal suo grande estimatore americano Tarantino. E così si è chiuso il cerchio di una carriera irripetibile per l’87enne compositore, del quale è impossibile enumerare anche solo i titoli più importanti. Facciamo solo il nome di Sergio Leone e il resto lo diamo per scontato. Ricordiamo giusto che Morricone, prima di questa statuetta, aveva ottenuto cinque nomination andate a vuoto, per I giorni del cielo, Mission, Gli intoccabili, Bugsy e Malèna, e che l’Academy nel 2007 per ovviare allo scandalo gli aveva dato un Oscar alla carriera “per il suo magnifico e sfaccettato contributo all’arte della musica per film”.
Morricone ha ricevuto la statuetta dalle mani di Pharrell Williams e del leggendario Quincy Jones, accolto da una lunga standing ovation. Emozionatissimo, è stato accompagnato sul palco dal figlio, che ha tradotto il suo breve discorso, in cui il grande compositore ha ricordato che “non c’è una musica importante senza un grande film che lo ispiri. Ringrazio Tarantino per avermi scelto e dedico questa musica e questo premio a mia moglie”.