Ustica – Renzo Martinelli indaga su misteri, evidenze e depistaggi sulla strage mai dimenticata

Un DC 9 Itavia che precipita misteriosamente in mare in seguito ad un’esplosione. Per la sciagura di Ustica 36 anni non sono bastati a sancire la verità. Almeno quella ufficiale. Sono stati però più che sufficienti per scoprire l’evidenza delle contraddizioni emerse: apparati dello Stato, che avrebbero dovuto tutelare vittime, diventati invece complici dei carnefici. Un abisso sul quale ora il regista Renzo Martinelli prova a dire la sua


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Renzo Martinelli cerca di mostrare al pubblico il suo punto di vista su una verità taciuta, appena sussurrata, e ricoperta di alibi, contorsionismi legali e amare verità politiche. È la verità sulla tragedia di Ustica, tragedia dalle innumerevoli pieghe misteriose (?) e ancora senza colpevoli. Ustica non sarà certo un film facile, perché parla di una strage di stato. Cominciamo col chiarire questo, innanzitutto. Lo stragismo di stato è un concetto spesso abusato, propagandato da certe dialettiche aggressive di altri tempi, ma è una definizione che rende bene l’idea su quella che è stata una parte della storia italiana, dal secondo dopoguerra in poi. E la tragedia di Ustica credo rientri perfettamente nella definizione. Martinelli torna sul grande schermo con questo lavoro documentato sulla tragedia del DC9 Itavia, abbattuto sui cieli italiani in prossimità dell’isola di Ustica: era il 27 giugno 1980 quando l’aereo, in volo per Palermo, sparì dagli schermi radar senza trasmettere alcun segnale di emergenza. Morirono ottantuno persone. Compresi quattordici bambini.

È probabile che i più giovani abbiano sentito parlare poco o niente di questo episodio: quasi 40 anni sono una dilatazione temporale più che sufficiente per occultare un’amara verità con depistaggi, alibi, sospetti e distrazioni di massa varie. Ma Martinelli è quello che potrebbe essere definito, da una terminologia fin troppo comoda e abusata alla quale spesso si ricorre per dovere di sintesi, un regista scomodo. Verrebbe però da definire meglio il concetto: scomodo a chi? A cosa? Evidentemente, come sottolineato anche nel trailer, ad una ragione di stato, che fin troppo spesso si sostituisce ad un lavoro di ricerca storica e obiettività delle fonti, dettando a chiare lettere le direzioni ufficiali da bollare come verità. Ma questo Martinelli lo sa e lo ha dimostrato nella sua carriera, indagando, osando e sbattendo a chiare lettere in faccia agli spettatori le sue ricostruzioni sulla tragedia del Vajont, sull’eccidio di Porzûs, sull’assassinio di Aldo Moro.

C’è una buona palestra alle spalle insomma. Vediamo come se la cava su questa ennesima oscura parentesi della Repubblica Italiana, che nuova non è alla trasposizione sul grande schermo (Il muro di gomma del 1991 di Marco Risi e Ustica – Una spina nel cuore del 2001 diretto da Romano Scavolini, sono due esempi “recenti”). Il film esce nelle sale italiane il 31 marzo di quest’anno, con distribuzione Independent Movies e da Zenit Distribution. Nel cast ci sono Marco Leonardi, Caterina Murino, Lubna Azabal, Tomas Arana, Federica Martinelli, Paco Reconti, Yassine Fadel, Joe Capalbo, Jonis Bascir e Shelag Gallivan, Enrico Lo Verso. A seguire c’è il trailer. Fatevene una prima idea, del film e della questione. Poi per avere certezze, sulla verità, c’è sempre tempo. Almeno in Italia.