Pagamento canone RAI 2016, le ultime su cifre e metodi di riscossione

La riscossione della tassa televisiva sta creando una certa confusione, proviamo a vederci chiaro


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Qualche giorno fa vi avevamo fornito qualche dettaglio preliminare sul canone RAI, e su come potrebbe cambiare, a breve, il suo metodo di riscossione. Matteo Renzi aveva dato il ‘la’, adesso la questione diventa anche più corposa.

Il pagamento verrà inizialmente dilazionato in due fasi:

– versamento a gennaio, nella metodologia classica del bollettino (da 50 euro);
– versamento a giugno, con incorporo nella bolletta elettrica (anche in questo caso da 50 euro).

In toto la somma sarebbe di 100 euro, per un risparmio di 13,50 euro rispetto ai 113,50 attuali. Non sono escluse ulteriori riduzioni in futuro (si presume gli incassi aumenteranno, e l’evasione diminuirà, per un importo che si aggirerà intorno agli 80 euro, od anche meno). Dal 2017 in poi la riscossione potrebbe cambiare ancora, con dilazioni bimestrali (sei rate annuali).

Non si hanno ancora notizie circa gli sconti ed eventuali esenzioni. Chi sarà tenuto a corrispondere il canone RAI? Basterà avere in casa una TV, o vengono coinvolti come discriminante anche tutti gli altri apparecchi in grado di riceverne il segnale? Nel caso, basterebbe essere in possesso di smartphone, tablet e PC perché scatti l’obbligo di pagamento (si pensi alla ricezione delle trasmissioni RAI via streaming).

L’argomento, come potete immaginare, risulta alquanto controverso (le prime polemiche hanno già invaso la questione lo scorso anno, quando si iniziavano già ad ipotizzare soluzioni di questo tipo). D’accordo o contrari ai criteri sopra illustrati? Siamo curiosi di conoscere la vostra.