Parvana – Angelina Jolie racconta l’Afghanistan dei talebani

L’attrice ultimamente attiva soprattutto nel ruolo di regista, dovrebbe in questo caso essere la produttrice di un lungometraggio animato basato sul primo di una trilogia di romanzi incentrati sulla condizione delle donne in terra afghana. Lì dove la tirannia talebana rende praticamente impossibile alle donne anche il semplice uscire di casa.


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Tre donne che racconteranno di una donna. Di una donna però calata in un contesto apparentemente privo di logica, di senso civico: costretta a fingersi uomo per poter sopravvivere. Le tre donne sono Angelina Jolie nel ruolo di produttrice, Nora Twomey in quello di regista e Anita Doron alla firma della sceneggiatura. Il lavoro al centro del progetto sarà tratto dal primo di una trilogia di romanzi della scrittrice americana Deborah Ellis. La Ellis ha prodotto Sotto il burqa (2002), Il viaggio di Parvana (2003) e Città di Fango (2004), tre romanzi che narrano la condizione sociale (e non solo) delle donne nell’Afghanistan dei talebani.

Angelina Jolie produrrà un lungometraggio animato che sarà tratto dal primo di questi tre romanzi. Sotto il burqa è infatti il resoconto romanzato, ma preciso, puntuale e veritiero sulla vita di Parvana, ragazzina di undici anni costretta a fingersi maschio per poter sopravvivere. Dove sopravvivenza vuol dire per l’appunto il semplice poter uscire di casa, più o meno liberamente (senza quindi essere ricoperta da capo a piedi e senza essere scortata da un uomo), per riuscire a lavorare. Un lavoro fondamentale per la propria dignità e per poter dare da campare alla propria famiglia. Un gesto mascherato insomma, che in qualche modo potesse anche essere un tentativo disperato ed estremo nel tentativo di poter provare a ridare dignità alla propria condizione di essere umano. Parvana è frutto della fantasia dell’autrice, ma la sua esistenza e le sue condizioni di vita sono purtroppo tragicamente reali e basate sulla testimonianza resa all’autrice da parte di chi ha vissuto e vive ancora certi contesti culturali pseudo religiosi, difficili da capire per chi si è lasciato il medio evo alle spalle già da un po’.

Senza entrare nel dettaglio del tutto e premettendo che errori e distorsioni storiche sono presenti nella maggior parte, se non nella totalità dei credi religiosi. Al di là delle appartenenze. Questo più o meno quanto si profila nell’orizzonte professionale della Jolie, che dovrebbe far partire la produzione di questo progetto cinematografico fra non molto (si vocifera del mese di agosto del 2016), per poi veder terminato il tutto presumibilmente ad inizio del 2017. Un ulteriore slancio professionale della bella Angelina, che va nella giusta direzione della conoscenza e relativa sensibilizzazione in tema di diritti negati e soprusi arbitrari perpetrati nei vari angoli della terra. Ci aggiorneremo in caso di news.