Venezia 72: annunciati i film in concorso, quattro i titoli italiani

Sono Bellocchio, Guadagnino, Gaudino e Messina gli italiani in concorso. Il programma della Mostra del Cinema è stato presentato oggi a Roma dal direttore Barbera. Tanti i big internazionali, da Sokurov ad Atom Egoyan. E c'è anche, fuori concorso, l'omaggio a Claudio Caligari.

Venezia 72 Mostra del Cinema

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Presentato dal direttore Alberto La Barbera e dal presidente della Biennale Alberto Baratta il programma della 72esima Mostra del Cinema di Venezia, che si svolgerà dal 2 a al 12 settembre prossimi. 21 i film in concorso: e confermate le voci, che volevano una nutrita presenza di pellicole italiane, ben 4. A guidare la compagine un habitué della Mostra come Marco Bellocchio, con Sangue del mio sangue, coprodotto da Rai Cinema, un film interpretato dal figlio Pier Giorgio, Roberto Herlitzka, Alba Rohrwacher, Filippo Timi, che racconta una storia ambientata tra il Seicento e i nostri giorni con al centro una suora contesa da più uomini;

il thriller A bigger splash di Luca Guadagnino, remake del film francese La piscina di Jacques Deray, un cast internazionale con Ralph Fiennes, Tilda Swinton e la Dakota Johnson di Cinquanta sfumature di grigio (a proposito di erotismo, Guadagnino è il regista di Melissa P.), film che ha già una distribuzione americana con Fox Searchlight;

Per amor vostro, di Giuseppe Gaudino, con Valeria Golino (che ha molto sponsorizzato il progetto insieme a Riccardo Scamarcio), un bianco e nero girato tra Napoli e i Campi Flegrei, dove l’appartato Gaudino girò quasi vent’anni fa lo straordinario Giro di lune tra terra e mare;

L’attesa, dell’esordiente Piero Messina, già assistente alla regia di Paolo Sorrentino in This must be the place e La grande bellezza (e infatti dietro il film c’è la stessa casa di produzione del regista napoletano, la Indigo Film, insieme a Medusa), un’opera d’ambientazione siciliana interpretata da Juliette Binoche, con la fotografia di Daniele Ciprì.

Tra gli altri film in concorso per il Leone d’Oro nomi di assoluto prestigio come Sokurov ed Egoyan. Questa la lista completa:

Abluka (Frenzy), del regista turco Emin Alper, su di un uomo rilasciato dal carcere dopo quindici anni che vuole ritrovare suo fratello;

Heart of a Dog di Laurie Anderson, una regia per la musicista d’avanguardia a lungo compagna di Lou Reed;

Looking for grace dell’australiana Sue Brooks (autrice dell’apprezzato Japanese Story);

Equals del giovane regista statunitense Drake Doremus, con Kristen Stewart e Nicholas Hoult;

Remember, il ritorno del cerebrale regista canadese di origini armene Atom Egoyan, con un film interpretato da Christopher Plummer;

Beasts of no nation dell’americano Cary Fukunaga (Jean Eyre), dramma bellico tratto dal romanzo di Uzodinma Iweala;

Marguerite di Xavier Giannoli, film francese ambientato negli anni venti su una ricca signora autoproclamatasi cantante, una storia ispirata alla vita di Florence Foster Jenkins;

Rabin, the last day dell’israeliano Amos Gitai, sull’assassinio del primo ministro e premio Nobel per la pace Yitzhak Rabin;

The endless river di Oliver Hermanus, ambientato in Sudafrica, su una cameriera e il marito tornato a casa dopo quattro anni di prigione;

The Danish Girl di Tom Hooper, protagonista l’ultimo premio Oscar come miglior attore Eddie Redmayne nella parte dell’artista Einar Wegener / Lili Elbe, la prima persona riconosciuta come transessuale e sottopostasi all’intervento chirurgico di riassegnazione sessuale;

Anomalisa, di Charlie Kaufman e Duke Johnson, film d’animazione in stop motion, anche scritto dal celebre sceneggiatore Kaufman (Essere John Malkovich, Se mi lasci ti cancello)

11 minut del vecchio maestro polacco Jerzy Skolimowsky, che insegue undici minuti nella vita di diversi personaggi;

Francofonia di Aleksandr Sokurov, di nuovo girato in un museo, il Louvre, dopo l’Hermitage di Arca russa, è il film con cui il regista russo torna a Venezia dopo il Leone d’oro vinto con Faust;

El Clan dell’argentino Pablo Trapero, l’autore di Mondo grua;

Desde allá del venezuelano Lorenzo Vigas, con al centro le vicende di un proprietario d’un laboratorio di protesi dentarie nella caotica Caracas dei nostri giorni;

L’hermine di Christian Vincent, la storia d’un presidente di corte d’assise interpretato dal popolarissimo Fabrice Luchini;

Behemoth di Zhao Liang, un documentario, a conferma di un trend che proprio Venezia ha inaugurato con il Leonde d’oro di due anni fa a Sacro GRA di Gianfranco Rosi.

Il film d’apertura fuori concorso sarà, come già annunciato, Everest, di Baltasar Kormákur, quello di chiusura Lao pao er (Mr Six), del cinese Hu Guan. Ci sarà tempo poi per sondare il fitto programma della manifestazione: per adesso fa piacere segnalare la presenza di Non essere cattivo, il film postumo diretto da Claudio Caligari, il regista del cult Amore tossico, per il quale si è battuto moltissimo l’attore e grande amico Valerio Mastandrea.

Ora toccherà alla Giuria stabilire le gerarchie. Annunciata un paio di giorni fa, sarà presieduta dal regista Alfonso Cuarón, premio Oscar per Gravity, e composta da nomi prestigiosi: Francesco Munzi, l’autore del film italiano più premiato dell’anno, Anime nere, che proprio da Venezia cominciò la sua avventura lo scorso anno; Emmanuel Carrère, scrittore, sceneggiatore e regista francese, autore di Limonov e Il regno; Nuri Bilge Ceylan, regista turco Palma d’oro 2014 con Il regno d’inverno; Paweł Pawlikowski, regista polacco premio Oscar per Ida; Hou Hsiao-hsien, regista cinese, Leone d’oro a Venezia nel 1989 con Città dolente; Diane Kruger, l’attrice tedesca di Inglourious Basterds di Tarantino; Lynne Ramsay, regista britannica, vincitrice di numerosi riconoscimenti con …e ora parliamo di Kevin; Elizabeth Banks, attrice per Spielberg, Oliver Stone, Judd Apatow, esordio alla regia nel 2015 con Pitch Perfect 2.