Si intitola The Night Shift ed è un richiamo irresistibile per tutti gli appassionati di medical drama: la nuova serie tv ambientata in un pronto soccorso notturno di Albuquerque, New Mexico, è decisamente promettente. Già trasmessa su Mya (Mediaset Premium) lo scorso febbraio, la serie approda in chiaro su Italia1 da venerdì 26 giugno in prima serata.
Buone recensioni negli Stati Uniti, già alla seconda stagione oltreoceano, The Night Shift possiede gli ingredienti ideali per diventare una serie cult contemporanea.
Di novità sul fronte del medical drama se ne sono viste poche negli ultimi anni, probabilmente per compensare al sovraffollamento di produzioni dedicate al genere tra anni Novanta e Duemila: proprio per questo rappresenta un esperimento interessante e certamente riuscito.
Aver ambientato la trama in una terra di frontiera (quella Albuquerque già location di Breaking Bad) che si presta ad affrontare casi estremi rende tutto più accattivante e coraggioso: l’equipe medica protagonista di The Night Shift è composta in gran parte da esperti che hanno operato in campi militari afghani o iracheni, medici reduci da esperienze di guerra che tendono a replicare metodi e prassi della trincea nelle corsie dell’ospedale.
Protagonisti della serie sono TC Callahan, affascinante e scontroso reduce di guerra che presenta disturbi post traumatici da stress (Eoin Macken, già Sir Galvano in Merlin); Jordan Alexander (Jill Flint, già nota per aver impersonato Jill Casey in Royal Pains, Lana Delaney di A Good Wife), giovane capo del pronto soccorso; Michael Ragosa (Freddy Rodriguez), amministratore dell’ospedale che ha deposto il bisturi per dedicarsi alla gestione; Topher Zia (Ken Leung) e Drew Alister (Brendan Fehr), medici già operativi in ospedali da campo in prima linea dell’esercito; i giovani ed entusiasti tirocinanti di chirurgia Krista Bell-Hart (Jeananne Goossen) e Paul Cummings (Robert Bailey jr.); la psichiatra Landry de la Cruz (Daniella Alonso).
Lo story-concept si presta ad affrontare temi delicati dall’enorme valenza sociale, politica, economica e soprattutto etica: dall’aspetto del profitto a quello del diritto alla salute, passando per il dramma dei reduci di guerra e il loro reinserimento sociale, The Night Shift è certamente una serie molto più coraggiosa e meno glamour delle precedenti dalla medesima ambientazione (anche se va riconosciuto a Grey’s Anatomy di aver affrontato, tra una storia di letto e l’altra, molti di questi temi).
Gli Stati Uniti alle prese con la riforma sanitaria voluta da Barack Obama si sono certamente guardati un po’ allo specchio con questa serie tv: non è un caso se tra le guest-star della seconda stagione figurano la first lady Michelle Obama e la moglie del vicepresidente Jill Biden, entrambe impegnate campagne a sostegno delle cure per i veterani di guerra.
Ovviamente, come in ogni medical drama di successo, non mancano gli intrecci tra le storie dei singoli personaggi: a sostenere la trama sono anche le passioni, gli intrighi, le vicende umane e le storie d’amore tra chi vive in un microcosmo apparentemente chiuso in se stesso in cui la realtà irrompe con forza ogni giorno. Shonda Rhimes insegna. E se qualcuno vede in The Night Shift l’erede naturale di Grey’s Anatomy, probabilmente destinato ad un lungo futuro proprio come la serie dedicata alla dottoressa Meredith Grey, un motivo c’è.