Il mito di Tony Tammaro continua, Tokyo Londra Scalea passando per Optima.

Il cantautore comico napoletano visita la sede di Optima Italia per un’intervista e ci regala un fantastico revival dei suoi successi.


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La visita di Tony Tammaro in Optima è senza alcun dubbio una delle sorprese più gradite da qualche anno a questa parte. Le canzoni di Tony, tra le più piratate d’Italia, hanno fatto sbellicare già due generazioni di tamarrofili, le irresisitibili cronache di tamarlandia ovvero canzonette per grandi e piccini che non risparmiano neanche i nonni, sono tutte frutto della mente e della chitarra diaboliche di Tony Tammaro, al secolo Vincenzo Sarnelli.

Quello di Tony è un successo divampato negli anni ’90, anche grazie ai pirati dell’epoca, che dai loro laboratori clandestini seppero duplicare senza sosta un numero stellare di audiocassette del tamarro più famoso d’Italia facendolo arrivare in ogni automobile e su ogni bancarella senza alcun aiuto da parte di Internet e dei famigerati mp3, i nuovi e comodi canali a cui i pirati sarebbero approdati soltanto tempo dopo, verso la fine del decennio.

L’operazione brillante condotta da Tony, come sottolineato da Stefano Fedele nell’intervista, è la trasposizione in chiave musicale di quanto realizzato nel cinema da Carlo Verdone, nello stesso decennio, per i suoi celebri coatti. Il coatto laziale passa il confine con la Campania e diventa tamarro (o viceversa) per essere poi sapientemente immortalato dalla vena artistica di Tony Tammaro che lo consegna alla gloria. Il tamarro di Tammaro è un poetico ed ingenuo protagonista di miserie e contraddizioni quotidiane che muovono l’osservatore al riso. La galleria di situazioni e personaggi è florida: il fruttivendolo pilota di Ape-car vittima di un incidente stradale, l’amante da automobile con acrobazie erotiche, la vicina di casa ammaliante, il mangione notturno e tanti altri biotipi deliziosamente nostrani, fino a quello che è ritenuto il classico di Tony, la sua composizione ammiraglia: Patrizia.

Il coretto e il refrain della canzone che canta le lodi della reginetta di Baia Domizia è forse il pezzo più cantato e conosciuto di Tammaro, quello che ci ha fatto venire quella voglia improvvisa di addentare una ‘frittata di maccheroni’ o di produrci nell’esecuzione di un esemplare tuffo ‘a cufaniello’.

Ringraziamo ancora Tony per la visita, ci siamo divertiti molto e abbiamo cantato le sue canzoni a memoria, lo salutiamo con uno dei suoi motti-tormentone: massimo rispetto!

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