“Anime nere” trionfa ai David di Donatello

Il film di Munzi vince le statuette maggiori. Migliori attori Elio Germano e Margherita Buy. Il mattatore è Quentin Tarantino, che rende omaggio al cinema italiano. E Morricone annuncia che realizzerà la colonna sonora del prossimo film del maestro americano.

Anime nere trionfa ai David di Donatello

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È Anime nere il vincitore dell’edizione 2015 David di Donatello 2015, presentato con sobria ironia da Tullio Solenghi, dopo le intemperanze dello scorso anno di Paolo Ruffini. 9 statuette sulle 16 candidature al film diretto da Fabrizio Munzi: miglior film e regia prima di tutto, a cui si aggiungono fotografia, montaggio e sceneggiatura, firmata dal regista insieme a Fabrizio Ruggirello (scomparso purtroppo durante la lavorazione del film) e Maurizio Braucci, quest’ultimo ormai uno dei più solidi sceneggiatori italiani (suoi, ricordiamo, gli script di Gomorra e Reality di Garrone e il Pasolini di Abel Ferrara).

Un’affermazione giusta, che incorona il miglior film italiano della stagione: la ’ndrangheta calabrese filtrata attraverso un tono da tragedia greca, in un racconto originale che mette a confronto l’antropologia profonda di una terra antica, coi suoi riti immutabili, e la modernità imprenditoriale di una famiglia malavitosa. Una diversità che si riflette nei differenti caratteri dei tre fratelli protagonisti, che stridono sino al punto di rottura.

Ad Anime nere è mancato solo il premio all’attore protagonista, andato al favorito della vigilia, Elio Germano, giunto alla terza affermazione per il suo Leopardi claudicante ma pieno di una disperata vitalità. Germano ne ha approfittato per ricordare l’associazione degli attori 7607, “un’associazione degli attori per gli attori senza sindacati” e il teatro Valle occupato. La pellicola di Mario Martone, con la sua filologica rappresentazione dell’universo ottocentesco del poeta tra Recanati, Roma e Napoli, ha portato a casa altre quattro statuette tecniche: scenografia, costumi, trucco, acconciature.

Mia madre di Moretti ha vinto due soli premi, ma importanti e meritati: Margherita Buy come migliore attrice protagonista (è il settimo David, un record assoluto) e Giulia Lazzarini come non protagonista, grande attrice teatrale alla quale è stata dedicata una delle poche standing ovation della serata.

Poi c’è stato l’attesissimo momento dedicato a Tarantino, venuto a ritirare due premi passati per Pulp Fiction e Django Unchained, consegnatigli da Ennio Morricone, il quale ha rivelato di aver accettato la proposta del regista americano per una futura collaborazione. Tarantino ha dichiarato che l’essenza del suo stile è “una combinazione malsana di violenza terribile e tocco comico, sangue e comicità”. Sentito l’omaggio al nostro cinema: “Sono onorato di ricevere questi premi, perché per me il cinema italiano è sempre stato molto importante: Il buono, il brutto, il cattivo è il primo film che ricordi di aver visto al cinema, e I tre volti della paura di Mario Bava è stato di grande ispirazione per Pulp Fiction, anche se pochi se ne rendono conto”.

Pochi riconoscimenti alla commedia, però significativi: Carlo Buccirosso emozionatissimo miglior attore non protagonista per Noi e la Giulia, un premio che certifica il talento di un attore capace di passare con convincente disinvoltura dal cinema d’autore di Sorrentino alla farsa di Salemme; ed Edoardo Falcone, miglior regista esordiente per Se Dio vuole, prima prova dell’ex sceneggiatore dei film di Massimiliano Bruno, cresciuto nella scuderia della Wildside di Lorenzo Mieli e Fausto Brizzi; infine il David Giovani a Edoardo Leo per Noi e la Giulia, un attore-regista che aspettiamo in futuro in prove anche più impegnative.

Per chiudere, le delusioni: pochissime in realtà, dato che non credo si possa parlare di sorpresa per la mancanze di statuette a Nessuno si salva da solo, che aveva le candidature dei due protagonisti Trinca e Scamarcio, in un film però non bello. Forse qualche recriminazione in più per Il nome del figlio, più per Alessandro Gassmann che per il film, remake incolore del francese Cena tra amici. Avrebbe meritato di più Il ragazzo invisibile di Salvatores, meritorio esperimento nell’inedito (per l’Italia) territorio del fantastico, con purtroppo una sola statuetta, scontata, per gli effetti speciali.

Per concludere, una piccola riflessione: le categorie dei film europei e stranieri vanno profondamente ripensate o altrimenti eliminate, perché non ha alcun senso, scimmiottando pedissequamente i responsi di Oscar o Golden Globe, premiare film come La teoria del tutto o Birdman, che hanno già fatto incetta di tutti i riconoscimenti possibili.

Tutti i vincitori

Miglior film
Anime Nere di Francesco Munzi

Miglior regista
Francesco Munzi per Anime Nere

Miglior regista esordiente
Edoardo Falcone per Se Dio vuole

Migliore sceneggiatura
Francesco Munzi, Fabrizio Ruggirello, Maurizio Braucci, per Anime nere

Miglior produttore
Cinemaundici e Babe Films, con Rai Cinema per Anime nere

Miglior attrice protagonista
Margherita Buy per Mia madre

Miglior attore protagonista
Elio Germano per Il giovane favoloso

Migliore attrice non protagonista
Giulia Lazzarini per Mia madre

Miglior attore non protagonista
Carlo Buccirosso per Noi e la Giulia

Migliore autore della fotografia
Vladan Radovi per Anime nere

Miglior musicista
Giuliano Taviani per Anime nere

Migliore canzone originale
“Anime nere” interpretata da Massimo De Lorenzo, musica e testi di Giuliano Taviani

Migliore scenografo
Giancarlo Muselli per Il giovane favoloso

Migliore costumista
Ursula Patzak per Il giovane favoloso

Miglior truccatore
Maurizio Silvi per Il giovane favoloso

Miglior acconciatore
Aldo Signoretti e Alberta Giuliani per Il giovane favoloso

Miglior montatore
Cristiano Travaglioli per Anime nere

Miglior fonico di presa diretta
Stefano Campus per Anime nere

Migliori effetti digitali
Visualogie per Il ragazzo invisibile

Miglior documentario di lungometraggio
Belluscone. Una storia siciliana di Franco Maresco

Miglior film dell’Unione Europea
La teoria del tutto di James Marsh

Miglior film straniero
Birdman di Alejandro Gonzàles Iñárritu

Miglior cortometraggio
Thriller di Giuseppe Marco Albano

David giovani
Noi e la Giulia di Edoardo Leo

David speciale
Gabriele Muccino