Ciclismo in Rwanda – Leonardo Di Caprio e Michael Bay per una storia affascinante e (quasi) inverosimile.

Confessatelo: se non conoscete già Jacques "Jock" Boyer, probabilmente avete pensato ad un errore geografico. In realtà la diffusione del ciclismo in Rwanda, con eccellenti risultati, si deve proprio a lui. L’ennesima storia che insegna a non smarrire la speranza, anche quando tutto sembra perduto.


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Di primo acchito, devo ammettere che ho pensato ad una sorta di errore mediatico. Ma non aveva granché senso. Approfondendo la notizia si capisce invece che ciò di cui accenneremo sarà sicuramente una vicenda molto interessante da seguire. Leonardo DiCaprio e Michael Bay di per sé già sono una coppia, professionalmente parlando, che stuzzica non poco la curiosità cinefila. Il fatto che produrranno insieme una storia che racconterà la nazionale di ciclismo del Rwanda poi, non fa altro che fomentare questa sana curiosità. Perché poi in fondo, sia ben chiaro, credo di soffrire inevitabilmente anche io di un po’ di “eurocentrismo”: a leggere che il Rwanda ha anche una nazionale di ciclismo, mi è sembrato un po’ strano. Tutta colpa di quegli insani pregiudizi inconsci che, nonostante tutto, ancora albergano nella mia psicologia. Ma la storia c’è ed è anche affascinante.

Il ciclismo in Rwanda ha cominciato ad avere un grosso input a livello professionistico grazie al contributo di Jacques “Jock” Boyer: un leggendario campione negli anni 80/90 passato alla storia anche per essere stato il primo americano ad aver partecipato al Tour de France. Boyer detiene 87 vittorie come dilettante e 49 come professionista. Nel 1998 è entrato nella Hall of Fame del ciclismo (ha corso anche in Italia, quattro anni, alla Supermercati Brianzoli). Appesa la bicicletta al chiodo, all’età di 32 anni, Jacques “Jock” Boyer ha avuto poi però un periodo sfortunato con la giustizia. La ripresa è avvenuta anche grazie ad una serie di coincidenze che lo hanno portato, grazie anche all’interessamento del suo vecchio amico Tom Ritchey (ciclista appassionato e product designer fra gli “inventori della mountain bike) ad accettare l’incredibile sfida di creare una nazionale di ciclismo nel profondo Rwanda. Un compito che si rivelerà non solo sportivo, ma anche di notevole impatto socio-economico, viste le condizioni critiche del Paese e le più che probabili “deviazioni legali” alle quali i futuri ciclisti erano destinati. Boyer è riuscito finanche a far guadagnare ad uno dei ciclisti, Adrien Niyonshuti, le Olimpiadi di Londra del 2012.

Tutto questo e molto di più diventeranno una produzione cinematografica della Appian Way e della Bay Films, che sono appunto rispettivamente le case di produzione di DiCaprio e Bay. È la Paramount a super visionare il tutto: c’è quindi la prospettiva di un lavoro in “grande stile”. Al momento si conosce solo il nome del regista che sarà Orlando von Einsiedel, (ha direttoVirunga, documentario sulla difesa dei gorilla in Congo candidato agli Oscar nel 2014). Attendiamo, con la curiosità di cui sopra, novità in proposito.