Il tarallo formato 2015: Optima incontra Leopoldo Infante, terza generazione di maestri del tarallo.

Passato e tradizione si sposano con l'innovazione nella strategia imprenditoriale di Leopoldo Infante. Ecco la sua ricetta per fare impresa nel food


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A volte capita che il futuro passi attraverso delle vecchie ricette autografe ritrovate per caso e attraverso un carrettino. È quello che è successo a Leopoldo Infante, terza generazione della famiglia Infante, nipote di quel primo Leopoldo che ha fatto del tarallo “nzogna e pepe”, un must della tradizione gastronomica napoletana.

Il Leopoldo del 2015 di fronte ad un mercato in profonda evoluzione, ad un consumatore sempre più attento alle materie prime e sempre più informato e, soprattutto, di fronte ad una società che ha messo il cibo tra i suoi principali interessi, decide di continuare a fare business nel settore del “food” innovando a partire dalla tradizione.

Ci spiega lui stesso in questa nostra chiacchierata per Optimagazine “Un pomeriggio mi sono ritrovato inaspettatamente alcune vecchie ricette autografe di mio nonno tra le mani. Prodotti della tradizione napoletana fortemente legati ad alcune feste e ognuno con una sua storia. E mi sono detto che forse il “passato” era la chiave di volta”.

E allora Leopoldo trasforma il marchio in “L di Leopoldo Infante”, cambia il design dei suoi 4 negozi dando loro un vezzoso stile a pois che ricorda più una casa di moda francese che un antico forno napoletano, non si lascia sedurre solo dalle mode del momento fatte di cake design e specialità che arrivano da altri Paesi, ma le integra con qualcosa che conosce bene, che è genuino, semplice, da forno e non fritto, e che è l’antesignano di ogni genere di “street food” nostrano: il tarallo.

“Ci siamo detti – prosegue Leopoldo – che per fare innovazione dovevamo anche tornare alla tradizione, senza tradirla ma rivisitandola secondo le nuove esigenze della clientela”. E allora ecco che, accanto al tarallo fatto con lo strutto, arriva quello vegetariano fatto con l’olio di oliva, arriva un nuovo packaging che valorizzi la tipicità e l’unicità del prodotto in questione.

“Il concetto che ci muove nel nostro modo di fare business nel food – ci spiega il nostro ospite – è la coerenza. Che per noi vuol dire, rispetto del cliente attraverso un buon prodotto ben proposto”. E allora la strategia aziendale passa anche attraverso un modo diverso di rivolgersi al cliente, un modo diverso di fare comunicazione: semplicità e coinvolgimento sono gli assi entro cui muoversi.

In quest’ottica nasce anche il recente accordo commerciale con la Società sportiva Calcio Napoli con cui è stato stabilito un accordo di sponsoring  e di license per creare il tarallo ufficiale del Calcio Napoli. Una confezione con il logo e i colori sociali della squadra partenopea da mettere in vendita all’interno dello stadio San Paolo ma non solo. C’è anche un contest fotografico su Instagram legato al packaging da stadio “Dduje Taràll”.

L’obiettivo a medio e lungo termine di Leopoldo Infante è far conoscere il tarallo anche fuori dai confini napoletani, “come è successo – ci dice – con la pizza e il babà”. Da qui una serie di iniziative anche con la Camera di Commercio di Napoli per partecipare ad eventi e fiere di cui siano protagonisti i prodotti campani più autentici.

Nel frattempo il carrettino dei tanti tarallari di Napoli che negli anni ’30 erano riforniti proprio dal forno di nonno Leopoldo, diventa un carrettino on-line, perché l’azienda presto inaugurerà il suo primo e-shop, augurandosi che abbia la stessa felice sorta di “Fortunato”, la canzone che Pino Daniele dedicò a Fortunato Bisaccia, l’ultimo venditore girovago di taralli che a cavallo tra gli anni ’50 e ’60 tra i vicoli di Napoli gridava “Furtunato tene a robba bella ‘nzogna ‘nzo’”.

http://youtu.be/s8yRJPTysCE