American Sniper – Tra finzione e realtà, inizia il processo all’assassino di Kyle. Cercasi giuria senza pregiudizi

Il grande successo della pellicola di Clint Eastwood rischia di influenzare il giudizio finale sull’ex marine accusato dell’omicidio dello sniper più famoso del mondo. Il processo è iniziato, mentre la pellicola continua a conquistare le sale cinematografiche di tutto il mondo


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Sono passati due anni dalla morte del tiratore scelto Chris Kyle, l’American Sniper raccontato nell’ultimo film di Clint Eastwood. La pellicola, lo sappiamo, è già campione d’incassi, con oltre 365 milioni di dollari in tutto il mondo, e ormai riconosciuta come il film di guerra più visto e apprezzato della storia americana. Mentre il cast e il regista fanno il conto alla rovescia per la notte degli Oscar, nella cittadina di Stephenville, in Texas, è iniziato il processo all’ex marine Eddie Ray Routh, accusato dell’assassinio di Kyle e del suo vicino di casa, Chad Littlefield. Un procedimento che inizia all’ombra del grande successo di American Sniper e dell’ondata di patriottismo che ha scatenato, un fattore che ha creato non poche polemiche riguardo la selezione della giuria del processo.

Il rischio che il ritratto fatto da Eastwood, e tutto il clamore che ha suscitato, influenzino in qualche modo il giudizio finale è più che reale. Per questo motivo l’avvocato della difesa aveva chiesto un rinvio, giustificato proprio dal fatto che il film e il sentimento patriottico che ha risvegliato possano modificare la capacità di giudizio della giuria. Chris Kyle ormai è una leggenda, un eroe che ha commosso il pubblico mondiale. La richiesta è stata respinta, ma la Corte incaricata di selezionare i giurati ha cercato di ridurre al minimo la loro possibile parzialità.

I dodici membri della giuria – dieci donne e due uomini – insieme alle due riserve, sono stati scelti tra 800 candidati, tramite una selezione in due parti. Il giudice che segue il caso, Jason Cashon, ha chiarito che il fatto di avere visto American Sniper o avere letto il libro autobiografico, scritto dallo stesso Kyle, non sono stati condizione sufficiente per essere scartati, ma solo uno dei tanti fattori. Giovedì e venerdì scorso è stato sottoposto ai candidati un questionario; lunedì e martedì si sono svolti i colloqui con i primi 260 pescati. Tra le domande poste dalla Corte, e dagli avvocati delle due parti, molte riguardavano il film e il libro e cercavano di capire quanto potessero avere creato un pregiudizio.

Routh potrebbe essere condannato alla pena di morte per i due omicidi, a maggior ragione perché è stato lui stesso a confessarli alla sorella e al cognato. Avrebbe ucciso Chris Kyle e Chad Littlefield, sparandogli alle spalle, nel poligono di tiro dove i due l’avevano portato per ‘svagarsi’. La difesa punterà sull’infermità mentale, dal momento che l’ex marine avrebbe sofferto di stress post traumatico dopo avere prestato servizio in Iraq.

È iniziato così il terzo tempo di American Sniper, tra finzione, vita reale e un’arringa difensiva, in parte già scritta su pellicola, che porta la firma di Clint Eastwood.