Google si lancia sul car-sharing, Uber risponde con l’auto che si guida da sola

Google ha speso una fortuna in Uber, ora però sembra aver cambiato bandiera decidendo di imporsi come competitor

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Il car-sharing sta ormai invadendo a tutto spiano il modo di far trasporto pubblico. Dacché tutto è cominciato con piccole proposte o iniziative spontanee, poi col tempo sono nate vere e proprie aziende mirate, che fatturano anche non poco.

E’ il caso di Uber e Lyft, i due colossi del mercato che combattono per la supremazia in materia.

Ma c’è altro?

La guerra fin’ora sembrava abbastanza ad armi pari, Google dalla parte di Uber, Facebook dalla parte di Lyft, ma ora Google sembra stia cambiando bandiera in funzione di una evoluzione tutta fatta in casa.

Secondo quanto dichiarato da Boomberg Business, la compagnia sta sviluppando un proprio network di trasporto umano che troverà il proprio centro di applicazione in un’app. Il servizio, molto probabilmente, andrà ad affiancarsi al progetto, già in corso, di trasporto senza guidatore.

David Drummond, capo dell’ufficio legale di Google e vice presidente senior si è occupato di Uber sin dal 2013. La discussione con Uber ovviamente è centrata su questo, la possibilità che Google diventi, da sostenitore prima, un competitor dopo. Il futuro di Drummond’s, che non ha nascosto nulla alla società della U nera.

Ricordiamo che nell’agosto del 2013 Google Ventures ha dato fondi ad Uber per ben 258 milioni di dollari. E non è finita lì, altri fondi sono stati rilasciati poi nei mesi successivi.

L’idea era, e forse lo è ancora, che Google mirasse all’acquisizione di Uber o, al più, ad una partnership.

Le ultime notizie lasciano un po’ l’amaro in bocca da questo punto di vista, ma non abbiamo perso le speranze.

Da ricordare, inoltre, tutti i problemi che Uber sta avendo in giro per il mondo, con governi che hanno dovuto smuoversi per bloccare l’applicazione in quanto danneggiava gravemente la categoria dei tassisti.

Da non dimenticare la multa da 1700€, con sospensione della patente, per il guidatore Genovese “beccato”.

Dal canto suo Uber ha fatto sapere di aver finanziato la Carnegie Mellon University, decisa a lanciare un proprio servizio di auto senza guidatore.

La faccenda, quindi, potrebbe evolvere in modi inaspettati, non resta che attendere.