Da domani mi alzo tardi – Jennifer Beals tra i protagonisti del film ispirato alla vita di Massimo Troisi.

Cominceranno nel 2015 le riprese di questo film ambientato fra USA e Italia. La regia sarà di Stefano Veneruso, nipote del compianto attore napoletano. Da domani mi alzo tardi, si spera renda il tributo giusto e soprattutto necessario a Massimo Troisi, ma i timori di un’amara speculazione ci sono tutti.


INTERAZIONI: 7

Attenzione. Qui si dovrà fare molta attenzione. Perché qui non ci sono vie di mezzo, siamo in un territorio minato e, per quello che dovrebbe raccontare il film, in parte inesplorato.
Ammetto che questa è una di quelle rare volte in cui mi sono piovute addosso una scarica di emozioni di natura contrastante, ma sicuramente molto forti. Gioia e timore, forse, le principali. Confesso che non ne sapevo ancora nulla di questo progetto: la notizia che ci sarà un film su Massimo Troisi mi ha fortemente coinvolto, da un punto di vista emozionale più che emotivo.

Si chiamerà Da domani mi alzo tardi e sarà un film fortemente ispirato alla vita dell’attore, regista e sceneggiatore partenopeo. Il titolo già mi piace ma, francamente, bisognerà capire meglio cosa vuol dire fortemente ispirato. Qui si farà la differenza. La notizia che ci sarà Jennifer Beals (ve la ricordate? La mitica protagonista di Flashdance) ad interpretare la protagonista femminile mi piace: ricordo ancora la sua tenerezza nel commuoversi al ricordo di Massimo Troisi, durante una trasmissione della RAI, non molto tempo fa (non vorrei sbagliarmi ma mi sembra che fosse una puntata de “I migliori anni”).

Il film sarà diretto da Stefano Veneruso, nipote di Massimo Troisi e sarà tratto dall’omonimo romanzo di Anna Pavignano (co-sceneggiatrice dei film di Troisi), che nella vita è stata per molti anni compagna di Massimo e amica poi. E proprio la bella storia fra la Pavignano e Troisi sarà al centro della trama: un legame che si è trasformato col tempo, ma che è resistito fino agli ultimi giorni dell’attore.
Le riprese inizieranno nel 2015. Francamente non so cosa sperare. So di scrivere frasi scontate e banali, ma la perdita di Troisi davvero è stata percepita in una maniera esclusivamente tragica, credo da molti, ma sicuramente dai napoletani un tantino in più. E non è stato solo perché è stata una morte prematura ed improvvisa. No, non è facile da spiegare: uno stato d’animo troppo viscerale per poter essere reso completamente con semplici parole. Forse perché in fondo la napoletanità di Massimo Troisi, è la napoletanità vera, quella che troppo spesso viene occultata dall’arroganza di certe cronache che non appartengono ala storia della città. Quelle notizie che stuprano Napoli con la contro cultura arrogante, becera e traditrice del malaffare.

Avremmo tutti noi voluto che il modo di essere napoletano di Troisi si propagasse, quasi al pari di un virus contagioso, contro quella parte negativa e soprattutto minoritaria della città. Massimo era un pensiero intimo, delicato e stupendamente familiare che coccolava i nostri sensi di colpa secolari. A vederlo in tv, sembrava quasi di averlo in casa: avevo come la sensazione di conoscerlo da sempre e, nelle sue gag dal sapore agrodolce, dove ti faceva ridere ma un attimo dopo ti spiazzava con una riflessione semplice ma profonda, sembrava quasi di essere lì con lui. Non prendetemi per un folle o un megalomane, è difficile da rendere con le parole, ma Massimo Troisi per me, e forse per molti, è stato davvero speciale. Massimo Troisi è stato forse il vero genius loci della città di Napoli. Trattatelo bene. Abbiate cura del suo ricordo.