The Amazing Spider-man in prima visione su Rai 2

Stasera in tv l'appuntamento è con il più famoso eroe dei fumetti americano. Ma perché a Hollywood piacciono così tanto i supereroi?

The Amazing Spider man in prima visione su Rai 2

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Sono quasi quindici anni che il cinema americano sforna film su supereroi, a partire dallo Spider-man di Sam Raimi (2002). Prima c’erano stati solo Superman con Christopher Reeve e Batman negli anni Novanta, ma è allo scoccare del millennio che arriva la valanga.

Non pago, il sistema hollywoodiano affamato di blockbuster, una volta esaurito il filone di Spider-man, X-Men, Iron Man, ha introdotto una novità per alimentarlo, il “reboot”. Il reboot riprende la storia di partenza e ne modifica snodi narrativi, carattere dei personaggi, e sulla base di questi parziali slittamenti la racconta nuovamente. Non è un remake, che ripropone la stessa vicenda. La rinnova, in una rilettura che, volendo, è un’“interpretazione critica” dell’originale.

Sono reboot il Batman di Chris Nolan e lo 007 atletico e glaciale incarnato da Daniel Craig. Ed è un reboot Amazing Spider-man (2012): ricomincia da zero la storia dell’adolescente Peter Parker che, morso da un ragno, acquista poteri straordinari, e aggiunge una parte dedicata ai genitori scomparsi quando era bambino.

Il film poi è stato girato da un regista, Mark Webb, a suo agio con commedie romantiche per adolescenti (500 giorni insieme). E il gioco è fatto. Infatti il nuovo Spiderman è più sbilanciato sul lato sentimentale, anche se non manca il supercattivo di turno (ma poiché è Lizard, un uomo lucertola, a tratti sembra di vedere una specie di Jurassic Park metropolitano).

Resta la domanda: perché tanti film sui supereroi tutti insieme? D’accordo, molte storie avvincenti già esistenti, tratte da fumetti con un vasto pubblico di appassionati; tecnologie digitali finalmente capaci di restituire in modo credibile i superpoteri dei personaggi; la competizione con i notevolissimi serial tv odierni, cui i produttori hollywoodiani rispondono con la medesima serializzazione (di Amazing Spider-man è uscito il seguito, e sono in programma terzo e quarto episodio e due spin-off).

Fin qui le ragioni produttive. Ci sono motivazioni più sotterranee, legate a storia, cultura, immaginario americano? È vero che dopo l’undici settembre ogni fenomeno è stato collegato a quel trauma, ma pare difficile non ipotizzare una connessione tra identità ferita del paese e desiderio di riacquisire una forza inscalfibile. La potenza del supereroe come antidoto a un’angoscia ingestibile.

La lettura non è banale, se si pensa che col supereroe c’è sempre il supercattivo: il desiderio inconscio di riscatto si accompagna all’incubo di una brutalità fuori scala, che rappresenta a livello immaginifico la violenza reale subita. Simbolicamente poi significherà qualcosa che Lizard si nasconda nelle fognature, cioè nelle viscere – e alle fondamenta – del paese. Da un lato, quindi, è impossibile rimuovere completamente il male: dall’altro, si è obbligati a riconoscere in questo male non un semplice nemico esterno, bensì una parte inquietante di noi stessi.

Si è spesso detto che l’immaginario del cinema catastrofico sia stato quasi l’ispiratore dell’undici settembre: ragionevole perciò che il risarcimento simbolico al trauma segua la traiettoria inversa. Il cinema diventa allora lo strumento per esprimere il desiderio di palingenesi, attraverso il supereroe. Che però non può affrancarsi dalla sua ombra ed è costretto a sfidarla.