Mondiali: è passione volley. E di passione sportiva Optima discute con Sandro Cuomo

In Italia è febbre volley con i Campionati mondiali femminili. Occasione per parlare con Sandro Cuomo di passione sportiva e di un'altra "Cenerentola" sportiva dai grandi risultati: la scherma


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La ribalta della cronaca sportiva italiana in questi giorni è tutta per le ragazze del volley che stanno disputando con successo le fasi iniziali del Campionato Mondiale di pallavolo proprio qui in Italia tra Bari, Milano, Modena, Roma, Trieste e Verona.

Un appuntamento importante per uno sport che nel Bel Paese ha tantissimi estimatori e praticanti soprattutto tra i più giovani ma che – nonostante i numeri e le soddisfazioni internazionali – non gode della dovuta visibilità mediatica. Un’occasione, dunque, per parlare di sport, di sana passione sportiva e di spirito agonistico.

E per farlo noi abbiamo scelto Sandro Cuomo, schermidore olimpico e attuale ct della Nazianale italiana di spada, nonché insegnante di scherma allo stadio Collana di Napoli. Le sue medaglie non si contano e tra esse c’è la più ambita per ogni sportivo: l’oro olimpico, conquistato nell’edizione del 1996 ad Atlanta in una memorabile finale a squadre contro la Russia.

Una vita dedicata allo sport sin da ragazzino ma con il pieno sostegno della sua famiglia. Ed è pensando ai suoi anni giovanili e al ruolo fondamentale svolto dai suoi genitori, che non hanno mai “premuto l’acceleratore” delle aspettative ma lo hanno sempre lasciato libero di gestire la propria passione e il proprio talento, che Cuono ha deciso di cimentarsi in una nuova avventura.

Un libro autobiografico, un memoir, “Una vita in pedana” uscito di recente per la casa editrice L’isola dei ragazzi che si occupa di narrativa per i più giovani. La nostra chiacchierata parte da qui, da questa nova sfida, l’ennesima.

Cuomo ci spiega che gli premeva non tanto parlare di sé o della propria carriera ma fare in modo che i suoi ricordi, anche quelli dolorosi delle sconfitte, delle delusioni, potessero diventare un paradigma per i più giovani. Era necessario per lui parlare dell’importanza fondamentale che ha nello sport, quando si comincia, il rapporto con i propri genitori; di come il talento non basti perchè c’è bisogno di impegno, fatica, passione.

Il mancino napoletano ammette che la sfida più difficile con i ragazzi oggi è proprio far comprendere loro che non ci si può abbattere alla prima sconfitta ma ripartire da quella per ritrovare il proprio punto di forza. Che per alcuni è la potenza atletica, la fisicità, mentre per altri è l’intuizione, la capacità di stabilire una strategia nella sfida.

Perchè il bello della scherma è anche questo: non esiste un unico punto di forza ma sta ad ognuno, e ad un allenatore come lui, trovare il proprio in un difficile equilibrio tra corpo e mente. Equilibrio che è uno dei tratti principali di questo sport che – nonostante le tante medaglie portate all’Italia, soprattutto a partire dagli anni ’80 – rimane un po’ una Cenerentola di cui ci si ricorda solo nelle grandi occasioni.

Anche se poi, dice con orgoglio Cuomo, il numero dei tesserati, dei ragazzi che ogni anno si iscrivono ai corsi – soprattutto a Napoli – è sempre più alto. A testimonianza di una passione che non ha bisogno di una visibilità mediatica costante per attirare consensi ed entusiasmo.

http://youtu.be/FAtu809nmE0?list=UUtOk8Ar9gPsKFbe8mi4Hksw