Insigne, fischi e patibolo. Ritrovare la pace

Scoppia il caso Insigne. L'attaccante reagisce male ai fischi del San Paolo è finisce sul patibolo. Chiedo la clemenza della Corte: chi paga ha diritto di sibilare ma è umano che il fischiato s'incazzi. Propongo pubblica ammenda e perdono. Insigne ama il Napoli e non ha certo rubato il Tesoro di San Gennaro

Dopo i fischi, scoppia il caso Insigne

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Lorenzo Insigne ha fatto un pasticcio. I fischi sonori del San Paolo hanno accompagnato il suo avvicendamento nella sfida contro l’Athletic Bilbao ed hanno indotto Insigne a due gestacci. Insigne ha dapprima sfidato i contestatori ad alzare i decibel della fischiata e poi ha scaraventato la maglietta azzurra sulla panchina.

Orrore su orrore. Insigne è stato sommariamente processato coram populo ed adesso staziona sul patibolo dei traditori in attesa dell’esecuzione sommaria. L’onta d’Insigne ha scatenato dibattiti apocalittici degni invero di miglior causa. La terza guerra mondiale, il crollo dell’economia globale, la diffusione dell’Ebola sono quisquilie al cospetto delle scelleratezze perpetrate in pochi secondi da Insigne meritevoli per questo dei peggiori castighi.

Insigne sperimenta sulla sua pelle la crudele bellezza di giocare con la maglia del cuore. Insigne è un figlio di Napoli, tifa Napoli ed ha realizzato il sogno di giocare nel Napoli. Insigne vive le partite con una tensione superiore a quella degli altri colleghi di provenienza anagrafica diversa. Nonostante la giovane età, Insigne è un ottimo professionista che ben conosce queste situazioni e deve imparare a gestirle. Chi acquista un biglietto ha tutto il diritto di applaudire e fischiare per manifestare il suo apprezzamento o il suo dissenso. Allo stesso tempo è umano che chi riceve la fischiata, come nel caso d’Insigne, possa invitar i sibilatori a raggiungere qualche luogo ameno non proprio di villeggiatura.

Lo stadio non è un salotto, la partita non è una cena di gala. Quando Insigne scende in campo sa di entrare nell’arena dove la folla si esalta per le prodezze e geme per gli insuccessi. E’ il calcio, e proprio per questo motivo ci piace da morire. Chi come Insigne esce dal campo incazzato merita rispetto. Significa che Insigne ci tiene a quella maglia che pure ha scaraventato sulla panchina. L’importante è che tutto finisca rapidamente. I fischi ci sono stati ed anche i gestacci, ma in fondo Insigne non ha rubato il tesoro di San Gennaro. Guardino tutti in avanti per superare l’episodio: la società con una ammenda, Insigne con contrizione ed una prestazione maiuscola nel match di ritorno, i tifosi con una grandinata di applausi alla prossima prodezza del talento di Frattamaggiore.